Gaianews

Italia e Inghilterra: collaborare per lo sviluppo della Green economy

Si è svolto presso l'Ambasciata Britannica a Roma il seminario dal titolo 'La sfida verde: come finanziarla', che ha visto la partecipazione del Ministro dell'Ambiente Corrado Clini e il Ministro Britannico dell'Energia e dei Cambiamenti Climatici Greg Baker.

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 12.09.2012

Foto: R. Neil Marshman Fonte Wikipedia

Si è svolto presso l’Ambasciata Britannica a Roma il seminario dal titolo ‘La sfida verde: come finanziarla’, che ha visto la partecipazione del Ministro dell’Ambiente Corrado Clini e il Ministro Britannico dell’Energia e dei Cambiamenti Climatici Greg Baker. Ciò che è emerso dall’incontro è che i due Paesi vogliono collaborare per definire una linea chiara di orientamento per sostenere e finanziare lo sviluppo della green economy. Mentre in Italia, secondo quanto dichiarato dal Ministro Clini l’obiettivo è quello di spostare la tassazione dal lavoro all’uso delle risorse in Inghilterra, secondo il Ministro Baker, la politica verde ruota attorno a strutture chiave: il Climate Change Act, il Green Deal e la Green Investment Bank.

Nel suo intervento, il ministro dell’ambiente italiano Corrado Clini ha spiegato che “in parte l’Italia sta finanziando in maniera molto importante i settori della green economy”. Per esempio “gli incentivi per le fonti rinnovabili sono i più importanti applicati in Europa e stanno avendo effetti molto significativi”.

Inoltre, aggiunge, “con la delega fiscale che abbiamo presentato in Parlamento abbiamo previsto un pacchetto di misure per la fiscalità ambientale che include tasse e incentivi. L’obiettivo è di spostare la tassazione dal lavoro all’uso delle risorse. Questo è il mondo migliore per creare le condizioni per finanziare gli investimenti per la protezione del’ambiente e la crescita delle tecnologia verdi”.

Nel Regno Unito, invece, spiega Barker, “politiche ed istituzioni ruotano attorno ad una serie di strutture chiave ideate per fornire una politica chiara e per favorire gli investimenti in tecnologie a bassa emissione di Co2”. Fra queste, ricorda: “il Climate Change Act, che stabilisce un piano a lungo termine per una riduzione delle emissioni pari all’80% entro il 2050; il Green Deal, uno schema a sostegno di quei proprietari di case e terreni e di quegli affittuari che apportano migliorie energetiche al patrimonio immobiliare britannico”.

Ma anche: “la riforma del mercato energetico che porterà alla creazione di circa 250.000 posti di lavoro e la Green Investment Bank che, con il suo capitale di quasi 4 miliardi di euro, giocherà un ruolo fondamentale nell’affrontare gli insuccessi di mercato ai danni dei progetti di infrastrutture ecologiche, il tutto al fine di favorire un aumento degli investimenti da parte del settore privato”.

Secondo il ministro britannico, “ciascuno Stato europeo deve identificare le politiche ad esso più adeguate e tutti i Paesi hanno lezioni ed esperienze da condividere”. Per questo “è mio forte desiderio che Regno Unito, Italia ed altri importanti Stati membri collaborino per definire ed elaborare le misure pratiche da adottare, a medio e lungo termine, per dare vita ad un’economia europea realmente verde ed a bassa emissione di Co2”.

Fonte : AdnKronos

© RIPRODUZIONE RISERVATA