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Cibo: i pericoli nascosti negli imballaggi

I prodotti chimici contenuti negli imballaggi alimentari possono essere nocivi per la salute umana

Scritto da Elisa Corbi il 20.02.2014

Il cibo è necessario per vivere, ma la qualità e la tipologia possono influire molto sul nostro stato di salute. Spesso infatti tendiamo a sottovalutare il ruolo fondamentale che l’alimentazione riveste come determinante del benessere fisico. L’alimentazione può migliorare la salute o al contrario può comprometterla, in quanto ciò che assumiamo può diventare un veicolo di sostanze tossiche, che recano danni all’apparato digerente, cardiocircolatorio e al sistema immunitario. 

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In un articolo apparso sul Journal of Epidemiology e Community Health, gli scienziati avvertono che le sostanze chimiche di sintesi utilizzate nel confezionamento, nello stoccaggio e nella lavorazione dei prodotti alimentari potrebbero, col passare del tempo, essere dannose per la salute umana. Questo perché la maggior parte di esse non sono inerti e possono penetrare nel cibo che ingeriamo, nonostante alcune di queste sostanze chimiche siano regolamentate.

E troppo poco si conosce circa il loro impatto a lungo termine, anche nelle fasi cruciali dello sviluppo umano, come ad esempio nel grembo materno. Gli autori sottolineano che l’esposizione permanente con materiali a contatto con alimenti chiamati FCM – sostanze utilizzate negli imballaggi, nella conservazione, nell’elaborazione, o nella fase di preparazione – “è un motivo di preoccupazione per diverse ragioni.”

Sostanze tossiche, come la formaldeide, nota per essere altamente cancerogena, sono legalmente utilizzate in questi materiali. La formaldeide è ampiamente presente, anche se a livelli bassi, nelle bottiglie di plastica utilizzate per le bevande gassate e nelle stoviglie in melamina.

Ma molte altre sono sostanze chimiche che generano preoccupazione tra cui il bisfenolo A, il tributilstagno, i triclosan, e gli ftalati. “I consumatori rimangono esposti a queste sostanze chimiche tutti i giorni, per lo più inconsapevolmente”, sottolineano gli autori. lnoltre il numero totale di sostanze chimiche note utilizzate intenzionalmente supera i 4000.

Una valutazione e un biomonitoraggio sulla popolazione sono urgentemente necessari per capire i potenziali legami tra sostanze chimiche a contatto con alimenti e alcune patologie croniche come il cancro, l’obesità, il diabete, i disturbi neurologici e infiammatori, soprattutto dato il ruolo noto degli inquinanti ambientali, spiegano gli scienziati. “Dal momento che la maggior parte dei cibi sono confezionati e l’intera popolazione può essere esposta , è della massima importanza che le lacune nelle conoscenze vengono riempite in modo affidabile e rapido “, sollecitano gli esperti.

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