L’Italia si conferma ai primi posti per l’utilizzo di tecnologie di chirurgia robotica. Nel 2011 ci sono stati 7000 interventi con un aumento del 40% rispetto al 2010. Lo ha reso noto l’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana, che avverte che il freno maggiore alla diffusione delle nuove tecnologie sono soprattutto gli alti costi.
Ma perché la chirurgia del futuro dovrebbe basarsi sulla tecnologia robotica che assiste il chirurgo nelle operazioni? Il principale motivo è la bassa invasività degli interventi, che migliora la ripresa del paziente e in prospettiva riduce la durata delle degenze, e quindi i costi per il Sistema Sanitario Nazionale.
L’utilizzo del robot per interventi ad alta complessità sarà sempre più lo standard negli ospedali. In Toscana è nato così il primo progetto pilota italiano di un polo per la chirurgia robotica, e presto questo passo potrebbe essere compiuto anche in altre regioni, per ridurre i costi di gestione e standardizzare le procedure, in modo da evitare sprechi di risorse e perseguire l’appropriatezza d’uso.
Pisa detiene un primato: il primo robot Da Vinci fu acquistato nel lontano 2001, e in quegli anni fu effettuata proprio a Pisa la prima lobectomia robotica al mondo. Oggi possiede ben due apparecchiature robotiche in dotazione all’Azienda ospedaliero-universitaria pisana ed effettuerà il coordinamento di tutta l’attività robotica toscana con la responsabilità affidata alla Dr.ssa Franca Melfi, chirurgo toracico e già responsabile del Centro di chirurgia robotica dell’Aoup.
La Toscana possiede 8 robot Da Vinci ed è all’avanguardia in questo campo, con due robot a Pisa, due a Firenze, due a Grosseto, uno a Siena ed uno ad Arezzo
Ma il problema sono i costi. Spiega la Dr.ssa Melfi: “Proprio in considerazione dei costi di gestione e degli indubbi vantaggi della chirurgia robotica, è necessaria un’attenta gestione e programmazione degli interventi. La sanità regionale ha sempre avuto la tendenza a fare rete e mettere assieme le competenze, quindi è venuto naturale, essendo 8 i robot in Toscana, ideare un Polo unitario che gestisca l’attività di tutti e possa fare da esempio per altre realtà italiane”.
Il che equivale ad aprire le porte delle sale operatorie che ospitano il da Vinci anche ai chirurghi di altri ospedali del territorio: esistono infatti apparecchiature robotiche in ciascuna delle tre aree vaste della Regione, per cui saranno i chirurghi a spostarsi negli ospedali dotati di robot per operare i propri pazienti nei casi in cui è indicata la tecnica robotica.
In Italia ci sono 54 robot sparsi su tutto il territorio, e siamo fra le nazioni più all’avanguardia in chirurgia robot-assistita: nel 2011 si sono effettuati circa 7000 interventi, con un incremento annuale medio di circa il 40%.