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Dall’olio di pesce la chiave per curare la leucemia

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 27.12.2011
Il composto mostrato sopra è D12-PGJ2, che ricorda da vicino il delta-12-protaglandin J3, o D12-PGJ3, un composto che si dimostra efficace nella distruzione delle cellule staminali della leucemia mieloide cronica o CML, nei topi durante gli esperimenti condotti dai ricercatori della Penn State University.  Crediti: Sandeep Prabhu

Il composto mostrato sopra è D12-PGJ2, che ricorda da vicino il delta-12-protaglandin J3, o D12-PGJ3, un composto che si è dimostrato efficace nella distruzione delle cellule staminali della leucemia mieloide cronica o CML, nei topi durante gli esperimenti condotti dai ricercatori della Penn State University. Crediti: Sandeep Prabhu

Un composto contenuto nell’olio di pesce sembra riuscire a colpire le cellule staminali della leucemia e potrebbe quindi portare i ricercatori ad ideare una cura per la malattia, secondo  una nuova ricerca della Penn State University americana. Il composto – il delta-12-protaglandin J3, o D12-PGJ3 – ha colpito e ucciso le cellule staminali della leucemia mieloide cronica o CML nei topi, ha detto Sandeep Prabhu, professore associato di immunologia e tossicologia molecolare presso il Dipartimento di Veterinaria e di scienze mediche.

Il composto si produce a partire dall’EPA – acido eicosapentaenoico – un acido grasso Omega-3 presente nel pesce e nell’olio di pesce.

“La ricerca sugli acidi grassi ha già dimostrato in passato i benefici degli acidi grassi sulla salute del sistema cardiovascolare e  nello sviluppo del cervello, in particolare nei bambini, ma abbiamo dimostrato che alcuni metaboliti degli Omega-3 hanno la capacità di uccidere selettivamente le cellule staminali che causano la leucemia nei topi “, ha detto Prabhu. “Il dato importante è che i topi sono completamente guariti della leucemia, senza ricadute.”

I ricercatori, che hanno pubblicato i loro risultati nel numero attuale della rivista Blood, hanno detto che il composto uccide le cellule staminali che causano il cancro nella milza e del midollo osseo dei topi. In particolare, si attiva un gene – il p53 – nelle cellule staminali leucemiche che programma la morte della cellula. “Il gene p53 è un gene soppressore del tumore che regola la risposta ai danni del DNA e mantiene la stabilità genomica”, ha detto Prabhu.

Uccidere le cellule staminali nella leucemia, un cancro dei globuli bianchi del sangue, è importante perché le cellule staminali possono dividersi e produrre altre cellule tumorali, così come creare altre cellule staminali, ha detto Prabhu.

L’attuale terapia negli umani contro la leucemia mieloide cronica allunga la vita dei pazienti, mantenendo basso il numero di cellule leucemiche, ma i farmaci non riescono a curare completamente la malattia, perché non colpiscono direttamente le cellule staminali leucemiche, ha dichiarato Robert Paulson, professore associato di scienze veterinarie e biomediche, che ha co-diretto questa ricerca con Prabhu.

“I pazienti devono prendere i farmaci continuamente”, ha detto Paulson. “Se si fermano, la malattia ritorna perché le cellule staminali leucemiche sono resistenti ai farmaci.”

Durante gli esperimenti, i ricercatori hanno iniettato circa 600 nanogrammi di D12-PGJ3 ogni giorno per una settimana nelle cavie di laboratorio. I test hanno dimostrato che i topi sono completamente guariti dalla malattia. L’emocromo era normale, e la milza è tornata alle dimensioni normali.

I ricercatori si sono concentrati sulla D12-PGJ3 perché ha ucciso le cellule staminali leucemiche ed ha il minor numero di effetti collaterali. I ricercatori attualmente stanno lavorando per determinare se il composto può essere usato per trattare la fase terminale della leucemia mieloide cronica, denominata crisi blastica. Attualmente non ci sono farmaci disponibili che possono curare la malattia quando progredisce fino a questa fase.

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  • Roberto scrive:

    Ci vuole un bel po’ di coraggio per affermare che un cancro tremendo come la leucemia “avviene per motivi psicologici”
    Anche io sono “guarito” dalla leucemia ma grazie alla chemioterapia e all’autotrapianto di cellule staminali e soprattutto grazie all’impegno dei medici presso il reparto di ematologia dell’Ospedale Cardarelli di Napoli.

  • Mikahel scrive:

    Si e’ possibile, ma e’ un rimedio secondario. E comunque ciò che dice il sig Paulson e’ quantomeno discutibile.
    Ma bisogna pur dire come viene la leucemia, ovvero che essa avviene per motivi psicologici legati alla presa di coscienza che vi e’ un problema di fronte a noi per lungo tempo e che alla fine riteniamo insuperabile, quindi quando vi e’ la presa di coscienza la leucemia ci aggredisce (parola mia che l’ho subita perche’ mi sono reso conto che la battaglia che portavo avanti nel mio posto di lavoro non poteva darmi soddisfazione, mi erano tutti avversi).
    Io ne sono uscito fuori quando mi sono reso conto che mi stavo dannando per nulla e ho deciso di cambiare la mia vita e quella della mia famiglia. Nell’arco di una settimana sono guarito ed uscito dall’ospedale in cui ero in cura per 2 mesi (ospedale di Siena, caso definito incredibile dal primario… le sue parole furono “la devi solo a te stesso la guarigione!”).
    Un altro signore di mia conoscenza ha avuto la leucemia fulminante quando era in viaggio per la Germania per fare gli ultimi documenti per il trasferimento in Italia e ritiro della pensione (di fronte a lui c’era l’ineluttabilità della fine della sua vita cosi come la conosceva), non e’ un caso che e’ morto al confine tra svizzera e Germania.
    Se me ne sono accorto io, se ne saranno accorti i medici che trattano centinaia di casi del genere?