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Farmaci agli steroidi pericolosi per il cervello dei bimbi prematuri

Scritto da Giulia Chiarenza il 20.10.2011

NeonatoUno nuovo studio su oltre 100 casi di neonati dimostra che i medicinali impiegati per rafforzare i polmoni dei bambini prematuri possono, anche in piccole dosi, compromettere lo sviluppo del cervello.

Alle donne che iniziano il travaglio prematuramente viene spesso somministrato il betametasone, un tipo di glucocorticoide per accelerare la crescita dei polmoni del bambino e accorciare il periodo di degenza nelle incubatrici. Dopo la nascita, i nati prematuramente possono ricevere altri glucocorticoidi come l’idrocortisone e il desametasone per mantenere la pressione sanguigna a livelli normali.

Questi medicinali possono essere estremamente pericolosi, e sfortunatamente molti genitori si trovano a dover decidere se somministrarli o meno ai loro bambini. Questo studio fornisce nuovi elementi per permettere ai dottori e ai genitori di prendere decisioni più consapevoli.

L’Accademia Americana dei Pediatri (AAP) ha impiegato anni nella ricerca sugli steroidi. Basandosi sulle ricerche effettuate sugli animali, gli scienziati scoprirono che l’esposizione ai glucocorticoidi può compromettere lo sviluppo del cervelletto (regione del cervello fondamentale per equilibrio, apprendimento motorio, linguaggio e comportamento), nel 2002 la AAP raccomandò di non somministrare questi farmaci ai bambini dopo la nascita. Linee guida più recenti, nel 2010, invece suggerivano di usare gli steroidi poiché non esiste alcuna prova evidente che questi danneggino gli uomini.

Volendo fare chiarezza sugli effetti dei glucocorticoidi sul cervello dei nati prematuramente, Emily Tam e I suoi colleghi hanno esaminato i casi di 172 bimbi prematuri negli USA e in Canada.

Fortunatamente il team non ha trovato alcun effetto negativo sui cervelletti dei bimbi le cui madri avevano assunto betametasone durante il travaglio. D’altra parte però, i ricercatori hanno scoperto che sia l’idrocortisone che il desametasone, se somministrati dopo la nascita, sono associati a una diminuzione della crescita del cervelletto pari al 10% in meno rispetto alle dimensioni normali dei neonati.

Gli studiosi seguiranno i bambini fino al raggiungimento dell’età scolare per determinare se una crescita inferiore sia discriminante per lo sviluppo cognitivo o possa provocare disordini nel sistema nervoso. Purtroppo non esistono attualmente alternative ai glucocorticoidi, questi risultati sottolineano l’urgente bisogno di nuove terapie per i polmoni dei prematuri o quantomeno soluzioni per bloccare gli effetti degli steroidi sullo sviluppo celebrale.

Uno studio affine fa sperare per il futuro, Vivi Heine e i suoi colleghi hanno infatti trovato una soluzione per migliorare gli effetti dei glucocorticoidi sui topi, dimostrando che una piccola molecola di un farmaco riesce a bloccarne gli effetti negativi sul cervelletto.

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