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Influenza, inutile prescrivere gli antibiotici

L'uso di principi attivi come l'amoxicillina, un comune antibiotico prescritto in caso di febbre alta che accompagna l'influenza, è infatti del tutto inutile contro le infezioni delle vie respiratorie di tipo virale

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 16.02.2013

Con influenza e febbre alta, spesso il medico di famiglia prescrive l’antibiotico come misura precauzionale. L’utilità del farmaco in questi casi – dato che l’influenza è di origine virale e gli antibiotici non hanno effetto sui virus – è da tempo dibattuta all’interno della comunità scientifica. Oggi uno studio suggerisce che non solo è inutile, ma addirittura controproducente.

Influenza aviaria

L’uso di principi attivi come l’amoxicillina, un comune antibiotico prescritto in caso di febbre alta che accompagna l’influenza,  è infatti del tutto inutile contro le infezioni delle vie respiratorie di tipo virale. Lo studio pubblicato in questi giorni sulla rivista Lancet Infectious Deseases avverte che l’uso dell’antibiotico in assenza di un reale rischio di infezione batterica grave potrebbe favorire lo sviluppo di ceppi di batteri resistenti agli antibiotici attualmente in uso. 

Secondo gli esperti, se c’è un infezione alle vie respiratorie non è facile capire se essa sia di origine virale o batterica. Per distinguere i sintomi, occorrerebbero analisi approfondite e non vale il principio di precauzione adottato dai medici, che prescrivono gli antibiotici.

I ricercatori hanno esaminato circa 2mila persone con una infezione in corso nelle vie respiratorie basse, in cui era da escludere la possibilità di infezione batterica. A metà dei pazienti è stata prescritta l’amoxicillina, mentre l’altra metà è stata trattata con semplice placebo. I ricercatori hanno scoperto che tra i due gruppi non c’erano grandi differenze in termini di recupero. L’antibiotico in altre parole non ha avuto effetti benefici né sui sintomi né sulla durata della malattia.

L’unico fatto positivo dell’antibiotico è che ha ridotto la probabilità dell’insorgere di nuovi sintomi o il peggioramento di quelli in atto, anche se ha provocato effetti indesiderati come nausea, diarrea ed eritema in alcuni pazienti, mentre ovviamente il placebo non ha avuto effetti collaterali.

Uno degli autori dello studio, Francesco Blasi, direttore del Dipartimento di Broncopneumologia presso il Policlinico di Milano, ha dichiarato: “Gli antibiotici sono responsabili di un lieve beneficio nel decorso della malattia ed evitano che la malattia peggiori, specialmente nei pazienti con meno di 60 anni. Ma non è giustificato un loro uso indiscriminato, dato che in diversi casi gli effetti collaterali superano questi lievi benefici. Il trattamento antibiotico è importantissimo in casi selezionati, e questi farmaci curano efficacemente la polmonite.”

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  • valerio scrive:

    E’ vero, perchè personalmente ho sperimentato questo trattamento, prescritto del medico della
    ASL ma anche altri medici hanno usato la stessa
    terapia, i risultati sono stati di controindicazioni ed effetti dannosi, quindi i medici dovrebbero verificare con esattezza i
    germi da combattere.