E’ stato isolato dall’Università di Parma il primo virus influenzale, ma è ancora presto per parlare di inizio di epidemia. Adriana Calderaro, responsabile del Laboratorio di virologia molecolare dell’Unità operativa di Virologia dell’azienda ospedaliero-universitaria di Parma, ha ‘catturato’ per prima il patogeno influenzale. “Da 40 anni lavoriamo a questo”, sottolinea l’esperta, non nascondendo la sua soddisfazione per il risultato raggiunto insieme al suo gruppo.
Maria Cristina Medici e i suoi collaboratori nel laboratorio di Virologia Molecolare dell’Università di Parma, diretto da Adriana Calderaro hanno isolato un virus che è di tipo B ed è stato catturato da una persona che aveva contratto un infezione respiratoria.
“Com’è noto” spiegano i ricercatori in una nota “il virus influenza B, così come il virus influenza di specie A, causa infezione e malattia nell’uomo con circolazione ed episodi epidemici ricorrenti e generalmente collocati nella stagione invernale nei Paesi a clima temperato.
L’elevata variabilità dei virus influenzali, con possibilità di riassortimento genico favorito dal loro genoma segmentato, rende necessario un elevato grado di attenzione da parte degli scienziati specializzati in ricerche su tali agenti e del personale sanitario che si occupa del loro monitoraggio e della diagnosi delle infezioni da essi causate; tale interesse è motivato anche dalla possibile emergenza di ceppi virali con nuove caratteristiche antigeniche, in grado di sostenere episodi epidemici di più vaste dimensioni e anche vere e proprie pandemie.
Il risultato è stato raggiunto grazie all’impiego di tecnologie molecolari avanzate in uso presso l’Unità Operativa di Virologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma.
“Tale risultato è rilevante anche dal punto di vista epidemiologico, perché dimostra che la circolazione di virus influenzali non è limitata alla sola stagione invernale e conferma la necessità di attuare controlli puntuali e di applicare metodi diagnostici sofisticati, in grado di permetterne il rilevamento in maniera precoce ed accurata.” hanno concluso i ricercatori