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Stroncare la malaria in Africa con un farmaco a buon mercato

Scritto da Giulia Chiarenza il 07.07.2011

ZanzaraGià usato contro la pediculosi infantile e la dirofilariosi che colpisce gli animali domestici, l’ivermectina potrebbe aggiungere alla lunga lista delle malattie che combatte anche la malaria.

Secondo un nuovo studio pubblicato oggi sull’edizione di luglio della rivista American Journal of Tropical Medicine and Hygiene, un farmaco di uso comune contro la dirofilariosi, già utilizzato per combattere altri parassiti in Africa, potrebbe interrompere la trasmissione della malaria, diventando un mezzo economico per sconfiggere una malattia che uccide quasi 800.000 persone ogni anno.

Lo studio condotto da scienziati del Senegal e della Colorado State University ha dimostrato che la trasmissione dei parassiti della malaria attraverso le zanzare è diminuita sensibilmente tra gli abitanti di diversi villaggi senegalesi dopo che questi hanno assunto per due settimane l’ivermectina, che gli era stata somministrata durante una campagna contro l’ascaride, un parassita intestinale che causa l’oncocercosi detta anche cecità fluviale. Pare che il medicinale abbia ucciso le zanzare portatrici di malaria che si erano nutrite del sangue degli abitanti dei villaggi.

“Non esiste una soluzione miracolosa per il controllo della malaria” sostiene il dottor Brian D. Foy, biologo alla Colorado State University e principale autore dell’articolo. “Ma questo potrebbe essere uno strumento importante per combattere altre malattie trascurate. E’ senza dubbio un farmaco polivalente.”

Occorrono studi più lunghi e approfonditi per dimostrare se l’assunzione di dosi di ivermectina per periodi più estesi, durante la stagione della malaria e in differenti aree dell’Africa, abbia impatti significativi sulla malattia. Tuttavia i ricercatori fanno presente che i loro studi suggeriscono che è possibile usare il farmaco per ridurre la trasmissione della malaria durante le epidemie o in periodi di trasmissione ben definiti. La ricerca è stata sovvenzionata dai fondi dell’ Istituto Nazionale per la salute, dalla Colorato State University e dalla fondazione Bill e Melinda Gates che premia studi nell’ambito scientifico rivolti ai problemi di salute mondiale.

“Questo studio offre buone speranze su più fronti, non ultimo quello di porre fine alla trasmissione della malaria, a sofferenze e morti inutili”, sostiene Peter J. Hotez, MD, ricercatore e presidente dell’American Society of Tropical Medicine and Hygiene. “Abbiamo bisogno di studi creativi come questo, con risultati semplici ma produttivi nella battaglia contro i morbi trascurati della povertà”.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la malaria uccide 781.000 persone ogni anno, per la maggior parte bambini molto piccoli in Africa. Nuovi studi per combattere la malattia sono continuamente richiesti. Gli attuali metodi per ridurre la trasmissione consistono perlopiù nell’attrezzare i letti con delle zanzariere trattate con insetticida e nel cospargere la casa di veleni per le zanzare, che sebbene siano efficaci, sono minacciati dal rischio che le zanzare possano sviluppare resistenza agli insetticidi più comuni. Anche queste misure non intaccano la trasmissione della malaria tramite le zanzare che pungono durante il giorno o fuori casa.

“Se l’ivermectina dovesse essere efficace nella riduzione della trasmissione, il medicinale, circolando nel sangue delle persone potrà uccidere le zanzare ovunque e in qualunque momento del giorno” afferma Foy.

Per verificare se l’ivermectina potesse essere un potenziale agente di controllo della malaria, i ricercatori hanno confrontato le zanzare dei villaggi i cui abitanti stavano assumendo il farmaco, alle zanzare dei villaggi dove non era stato assunto. Laddove l’ivermectina era stato somministrato, due settimane dopo l’assunzione, si è verificato un declino del 79 percento delle zanzare vettrici di Plasmodium falciparum – il parassita più fatale della malaria. Nei villaggi in cui l’ivermectina non era stato usato, le zanzare veicolo di malaria sono cresciute del 246 percento durante lo stesso periodo.

Dal 1987, la casa farmaceutica Merck (che non è coinvolta in questo studio) ha donato milioni di dosi di ivermectina, sotto il nome commerciale di Mectizan, per combattere la cecità fluviale che colpisce circa 18 milioni di persone. La malattia viene diffusa dalle mosche nere che trasmettono i virus che invadono gli occhi e la pelle; 270.000 di coloro che ne vengono colpiti diventano cechi. “Per quanto concerne la cecità fluviale, questo farmaco ha cambiato le loro vite” sostiene Hotez. “Aggiungere la malaria ai risultati impressionanti di questo investimento sarebbe un risultato incredibile.”

Foy sostiene che quando un medicinale viene usato in modo massiccio, si corre sempre il rischio di ‘sviluppare’ parassiti immuni al farmaco. Ma un uso intensivo dell’ivermectina potrebbe non condurre all’immunità delle zanzare, poiché contrariamente ai medicinali nebulizzati su vaste aree, l’ivermectina punta alla percentuale minuta di zanzare che riescono a pungere.

Dalla dirofilariosi degli animali domestici alla pediculosi infantile: le numerose applicazioni dell’ivermectina

L’ivermectina è efficace anche contro altri parassiti, ad esempio quelli che causano l’elefantiasi, una malattia dovuta ai parassiti che invadono il sistema linfatico, che spesso sono trasmessi dalle stesse zanzare che veicolano la malaria. Anche molti bambini e proprietari di animali domestici ne hanno beneficiato. Centinaia di milioni di dosi sono state somministrate per prevenire la dirofilariosi e i virus intestinali nei cani, nei cavalli e negli animali da allevamento. Il farmaco è anche utilizzato per uccidere insetti che hanno a che fare generalmente con i bambini, come i pidocchi o gli acari che provocano la scabbia. Merck ha sviluppato l’ ivermectina dalla fermentazione di batteri scoperti in un terreno vicino ad un campo da golf giapponese nel 1975. Fu brevettato come medicinale veterinario nel 1981. Paralizza i muscoli degli insetti e dei parassiti, ne rallenta le capacità motorie e nutritive, causandone l’ indebolimento e la morte.

In molte aree dell’Africa il farmaco viene attualmente distribuito una o due volte l’anno gratuitamente per combattere la cecità fluviale. L’ivermectina viene utilizzato anche nell’Africa sub-sahariana, una volta l’anno in programmi di sanità pubblica in larga scala, finalizzati ad eliminare l’elefantiasi. Foy ritiene che, per combattere la malaria, potrebbe essere somministrato più frequentemente, probabilmente una volta al mese, durante le stagioni in cui le zanzare trasmettono la malaria. Gli scienziati ritengono che potrebbe funzionare al meglio in aree dove una stagione della malaria è nettamente distinguibile, piuttosto che in aree dove la malattia esercita la sua minaccia tutto l’anno.

L’ivermectina è associato a pochi effetti collaterali. Quando uccide un preciso parassita può provocare gravi reazioni allergiche in una piccola percentuale di pazienti affetti da Loa loa. Nessun altro grave effetto collaterale è stato riscontrato nei pazienti che assumono dosi regolari del farmaco, come coloro che lo prendono per curare gravi infezioni di scabbia.

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