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Intelligenza artificiale: robot ‘parlano’ una lingua sconosciuta

Scritto da Leonardo Debbia il 08.08.2017

Alla lettura della notizia, il primo pensiero è corso subito ad Al, il supercomputer del film cult ‘2001: Odissea nello spazio’ che, installato a bordo di un’astronave in missione verso Giove, elabora in autonomia la capacità di assumere il comando della navicella spaziale, sostituendosi agli astronauti e minacciando le loro vite.

Si trattava ovviamente di fantascienza e il film di Stanley Kubrich (1968) ebbe un notevole successo, mettendo in evidenza il rischio che le macchine, con l’impiego di una tecnologia troppo avanzata, riuscissero a sfuggire al controllo dell’uomo.

Bene, la notizia divulgata dalla stampa in questi giorni è, a dir poco, sorprendente e un poco inquietante.

Già, perché durante un esperimento del colosso Facebook negli Stati Uniti, due robot, Bob e Alice, hanno iniziato a dialogare tra loro in una lingua sconosciuta, lasciando attonito lo staff dei tecnici.

Nel mese di giugno scorso, Facebook, tramite il team di studiosi della FAIR (Facebook Artificial Intelligence Research) aveva intrapreso un programma di ricerca relativo all’applicazione dell’intelligenza artificiale a scopi commerciali.

Due bot – i software che possono dialogare tra loro o con gli esseri umani per eseguire velocemente una qualche attività, come prenotare un appuntamento o consigliare un ristorante – avrebbero dovuto scambiarsi informazioni in lingua inglese per negoziare tra di loro la spartizione di alcuni oggetti: due libri, tre palloni da basket e un cappello da cowboy.

Obiettivo dell’esperimento, come era avvenuto per altri, era la realizzazione di bot che fossero in grado di dialogare con esseri umani per la risoluzione di alcuni problemi logici per la  semplificazione della nostra vita quotidiana.

Ad un certo punto dell’esperimento, i due bot hanno iniziato a dialogare tra loro in una lingua sconosciuta. Sembrava proprio che avessero adottato un nuovo linguaggio.

Dai ricercatori è stata presa la decisione di bloccare l’esperimento, con la spiegazione che l’accaduto era il risultato di un errore di programmazione. I tecnici avrebbero inserito altre lingue, oltre la lingua inglese, non prevedendo reazioni, ma inducendo l’intelligenza artificiale ad utilizzare un linguaggio più funzionale e agevole nel dialogo tra le macchine; un linguaggio completamente inventato e del tutto sconosciuto ai ricercatori.

L’evento, anche se la spiegazione ufficiale risulta plausibile, lascia comunque a bocca aperta e solleva qualche interrogativo.

Gli scienziati coinvolti hanno rassicurato, affermando che un simile evento non costituiva un fatto nuovo, essendo già successo, e l’esperimento era stato interrotto solo perché ‘poco interessante’.

Il professor Kevin Warwick, esperto britannico di robotica, ha dichiarato: “Questo esperimento è una pietra miliare per la scienza, ma chi afferma che non costituisce un serio pericolo, nasconde la testa sotto la sabbia”.

“Non si deve sottovalutare il pericolo di quanto accaduto”, ha dichiarato il professore in una intervista al Sun. “Non possiamo non riflettere sulle conseguenze che una situazione del genere potrebbe avere, qualora si verificasse con robot utilizzati in campo militare”.

Una eventualità del genere apre scenari da film di fantascienza.

Sarebbe sufficiente, allora, staccare la spina degli alimentatori?

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