Per la prima volta nella storia della scienza sono state create le prime scimmie chimera, ossia scimmie nate da embrioni che contenevano cellule appartenenti a diversi ovuli fecondati.
I cuccioli i macaco – due esemplari chiamati Hex e Roku – stanno bene e sembrano godere di ottima salute, anche se le polemiche per la creazione di questi individui “chimera” sono già iniziate.
E’ la prima volta che i ricercatori, appartenenti al Centro per la ricerca sui primati dell’Oregon University (Onprc), riescono nell’impresa con mammiferi superiori e così vicini geneticamente all’uomo. Secondo Shoukhrat Mitalipov, che ha capitanato la squadra, si tratta di un passaggio necessario per capire come imparare a realizzare “fabbriche di staminali” per riparare i tessuti danneggiati nell’uomo.
Il gruppo di ricerca di Mitalipov era già riuscito a realizzare chimere con embrioni di topo.
La chimera nella mitologia greca era un animale il cui corpo era costituito da diversi tipi di animali. In questo caso la scienza si è avvicinata molto alla fantasia, visto che le cellule appartengono a diversi ovuli fecondati, con corredi genetici diversi. E’ come se un individuo in realtà fosse il mix di diversi altri potenziali esemplari che sarebbero nati se gli ovuli fecondati fossero stati lasciati crescere naturalmente.
La ricerca ha un aspetto interessante nel fatto che le diverse cellule presenti nell’embrione cooperano tra loro e danno vita ad un individuo sano. Inoltre il sistema immunitario si sviluppa per riconoscere come proprie le cellule con i diversi genomi.
Il segreto del successo è stato quello di impiantare cellule da vari embrioni e inserirle in un unico embrione in uno stadio molto precoce di sviluppo. L’embrione è poi stato riimpiantato in una scimmia che ha portato a termine la gravidanza.
Le diverse cellule, spiegano i ricercatori, hanno lavorato insieme per formare organi e tessuti.
Ora, spiega Shoukhrat Mitalipov, “le possibilità che si aprono per la scienza sono enormi”.
Ma per ora la nascita di Hex e Roku ha solo causato una tempesta di critiche oltreoceano all’uscita della ricerca sulla rivista Cell, incentrate sulla presunta leggerezza degli scienziati nell’ignorare completamente il benessere o la salute degli animali.