Prochlorococcus www.proportal.mit.edu
Secondo la teoria vigente l’evoluzione degli organismi viventi procede per aggiunta di geni e non per sottrazione. Secondo una ricerca della University of Tennesse questa teoria potrebbe essere ribaltata.
Secondo la nuova teoria alcune specie sono sopravvissute grazie ad una semplificazione genetica dovuta al fatto che altre specie possono sostituirsi in un compito corrispondente ad un gene che quindi diventa non essenziale e decade. Quest’idea è naturalmente in contraddizione con quella per cui le specie si evolvono complicando il proprio set genetico. Inoltre getta una nuova luce sull’importanza dlla biodevrsità: tanto più un organismo semplifica il proprio set genetico, tanto più diventa vulnerabile perchè inerdipendente dagli organismi che gli stanno intorno.
“Una assunzione comune sull’ evoluzione è che sia diretta verso una crescente complessità”, ha detto Erik Zinser, professore associato di microbiologia. “Ma sappiamo dall’analisi di genomi microbici che alcuni lignaggi tendono verso la diminuzione della complessità, mostrando una perdita netta di geni rispetto ai loro antenati.”
L’articolo di Zinser è pubblicato sulla rivista online della American Society for Microbiology, Mbio.
Gli autori hanno elaborato la loro teoria, dopo aver studiato un batterio fotosintetico chiamato Prochlorococcus.
“Questo batterio è l’organismo fotosintetico più comune sulla Terra, ma è estremamente difficile che cresca in una coltura pura”, ha detto Zinser. “Una delle principali ragioni di questa difficoltà è che il Prochlorococcus è molto sensibile alle specie reattive dell’ossigeno come il perossido di idrogeno e si basa su altri batteri che riducono queste sostanze tossiche per lui”.
Dunque questo batterio ha lasciato decadere i geni corrispondenti alle funzioni che potevano essere svolte da altri microrganismi e ha potuto invece concentrare le proprie energie altrove, ad esempio nella moltiplicazione.
“Sappiamo che certe attività microbiche estendono il loro impatto oltre la cellula e nell’ambiente”, ha detto Zinser. “Quello che suggerisce l’ipotesi è che questo può guidare una comunità verso una maggiore interdipendenza, anche se alcuni membri sono partecipanti inconsapevoli di questo processo.”
Questa interdipendenza può diventare però una caratterisitica di vulnerabilità. Gli scienziati dicono che il lavoro mette in evidenza l’importanza della diversità biologica, perché se un membro decade, le conseguenze per la comunità potrebbero esserere disastrose”.
Attualmente l’ipotesi è limitata ai microrganismi, ma Zinser pensa che potrebbe essere estesa anche ad altri organismi.