La percentuale dei pochi che ancora ritenessero i Neanderthal esseri rozzi, di scarsa intelligenza, poco più che animali selvatici, è destinata sicuramente a ridursi ulteriormente, dopo l’ultima scoperta che viene dalla Spagna.
Un team di studiosi ha infatti scoperto la prima prova determinante che i Neanderthal hanno saputo dar vita alle pitture rupestri più antiche esistenti al mondo, facendo ragionevolmente supporre di essere dotati di un senso artistico simile a quello degli esseri umani moderni, un ‘pensiero simbolico’, come viene definito, sfatando un antico pregiudizio che vedeva i Nenaderthal inferiori rispetto agli esseri umani moderni.
Impronte di mani nelle grotta di El Castillo, in Spagna (crediti: Pedro Saura / Science)
Il nuovo studio, condotto dall’Università di Southampton e dal Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology, a seguito delle datazioni effettuate, ha concluso che i dipinti rinvenuti in tre grotte della Spagna erano stati realizzati più di 64mila anni fa; 20mila anni prima dell’arrivo degli esseri umani moderni in Europa.
Questo significa che in Europa l’arte rupestre paleolitica, che comprende immagini di animali, punti e segni geometrici, non può essere iniziata che ad opera dei Neanderthal, la specie ‘sorella’ dell’Homo sapiens e unica popolazione presente nell’Europa in quel tempo.
L’attribuzione ai Neanderthal indica anche che questi antichi esseri umani non solo non potevano considerarsi affatto dei bruti, ma si doveva riconoscerli dotati di un pensiero simbolico, proprio come gli esseri umani moderni.
I risultati e le conclusioni dello studio sono comparsi sulla rivista Science.
I ricercatori hanno iniziato con la datazione delle pitture, utilizzando il metodo dell’uranio-torio al posto del metodo del radiocarbonio, riuscendo a fissare l’età dei dipinti sui 64mila anni.
Questa datazione così antica è stata determinante per l’attribuzione delle pitture ai Neanderthal.
Finora, infatti, l’arte rupestre era stata considerata come espressione artistica esclusiva degli esseri umani moderni.
L’utilizzazione della tecnica dell’uranio-torio è risultata molto più affidabile della tecnica del radiocarbonio usata finora, in quanto sono stati analizzati piccoli depositi di carbonato accumulatosi al di sopra delle pitture, dove erano conservate tracce degli elementi radioattivi uranio e torio, fortemente indicativi della data di formazione della roccia e quindi dell’età minima di qualunque cosa si trovasse al di sotto di essi.
L’autore principale, dr Chris Standish, archeologo dell’Università di Southampton, afferma:
“Questa scoperta suggerisce che i Neanderthal fossero molto più sofisticati di quanto si creda comunemente e quanto fossero più vicini a noi di quanto credessimo. I nostri risultati mostrano che i dipinti analizzati sono di gran lunga la più antica forma di arte rupestre conosciuta al mondo e la loro realizzazione risale almeno a 20mila anni prima che gli esseri umani moderni giungessero in Europa dall’Africa. Questa constatazione ci ha consentito di attribuirli con sicurezza ai Neanderthal”.
Un team di ricercatori provenienti da Regno Unito, Germania, Spagna e Francia ha analizzato oltre 60 campioni di carbonio da tre siti di grotte in Spagna: La Pasiega (Spagna nord-orientale), Maltravieso (Spagna occidentale) e Ardales (Spagna sud-occidentale).
Tutte e tre le grotte contengono dipinti rossi (in ocra) o neri di gruppi di animali, punti e segni geometrici, nonché stencil, stampe e incisioni a mano.
Secondo i ricercatori, la concretizzazione dell’arte rivelata da un comportamento così sofisticato presuppone l’esistenza di un pensiero simbolico con cui si è provveduto alla scelta di un luogo, alla pianificazione della fonte di luce e alla miscelazione dei pigmenti.
“L’emergere della cultura materiale simbolica rappresenta una soglia fondamentale nell’evoluzione dell’umanità ed è uno dei pilastri principali di ciò che ci rende umani”, afferma Dirk Hoffmann, del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology, autore principale.
I primi manufatti simbolici, risalenti a 70mila anni fa, sono stati rinvenuti in Africa ma sono associati agli esseri umani moderni.
Altri reperti, tra cui arte rupestre, figure scolpite, strumenti d’osso decorati e gioielli, risalenti a 40mila anni fa, sono stati trovati in Europa, ma i ricercatori hanno sempre concluso che questi artefatti dovevano essere attribuiti agli esseri umani moderni che si stavano diffondendo in tutta l’Europa dopo l’uscita dall’Africa.
Ci sono prove che i Neanderthal in Europa usarono l’ornamentazione corporea dai 40-45mila anni fa, ma molti studiosi hanno ritenuto che questi comportamenti fossero ispirati dagli umani moderni dell’epoca, appena arrivati in Europa.
“I Neanderthal hanno creato simboli significativi in luoghi significativi: l’arte non è un caso fortuito”, sostiene Paul Pettitt, della Durham University. “Ora, abbiamo esempi in tre caverne distanti 700 chilometri e questo prova che deve essersi trattato di una tradizione ‘di lunga data‘. E’ possibile quindi che simili opere d’arte rupestre, in altre grotte dell’Europa occidentale, siano anch’esse di origine neandertaliana”.