Il coccodrillo è una delle forme più longeve del nostro pianeta e si può veramente considerare un fossile vivente, dal momento che, dalla sua comparsa – circa 200 milioni di anni fa – è passato indenne attraverso l’Era dei dinosauri, sopravvivendo perfino alla catastrofe legata alla caduta dell’asteroide di Chichxulub nel Golfo del Messico, attorno ai 66 milioni di anni fa.
Una nuova ricerca degli scienziati dell’Università di Bristol, basata sul modello di evoluzione stop-start o degli equilibri punteggiati – il modello proposto dai paleontologi americani Niles Elredge e Stephen Jay Gould, inserito nella teoria dell’evoluzione per selezione naturale, per cui i cambiamenti evolutivi sarebbero avvenuti in periodi di tempo molto brevi, intervallati da lunghi periodi di stabilità evolutiva – cerca di spiegare per quali motivi i coccodrilli siano riusciti a subìre così poche modifiche della loro fisiologia e della loro morfologia, dall’età dei dinosauri ad oggi, nonostante l’influsso dei cambiamenti ambientali.
I coccodrilli attuali sembrano, infatti, molto simili a quelli del periodo Giurassico, vale a dire circa 200 milioni di anni fa e sono pochissime – solo 25 – le specie viventi oggi.
Altri animali, quali le lucertole e gli uccelli, hanno raggiunto una diversità di molte migliaia di specie nella stessa quantità di tempo; o addirittura anche in tempi più brevi.
La preistoria ha visto anche tipi di coccodrilli che oggi non esistono più, tra cui giganti grandi come dinosauri che si nutrivano di piante, corridori veloci e adattamento serpentiformi che vivevano nei mari.
Nella nuova ricerca, pubblicata ora dalla rivista Nature Communications Biology, gli scienziati spiegano come i coccodrilli seguano un particolare modello di evoluzione, noto come ‘equilibrio punteggiato‘.
Il tasso della loro evoluzione è generalmente lento, ma occasionalmente possono evolversi più rapidamente in presenza di cambiamenti ambientali.
In particolare, questa nuova ricerca suggerisce che la loro evoluzione accelera quando il clima è più caldo e che le loro dimensioni corporee aumentano.
Max Stockdale, autore principale della School of Geographical Sciences dell’Università di Bristol, ha dichiarato: “La nostra analisi ha utilizzato un algoritmo per stimare i tassi di evoluzione. Il tasso evolutivo è la quantità di cambiamento che ha avuto luogo in una data quantità di tempo, che possiamo dedurre confrontando le misurazioni dei fossili e tenendo conto dell’età che hanno.
Per il nostro studio abbiamo misurato le dimensioni del corpo, il che è importante perchè interagisce con la velocità di crescita degli animali, la quantità di cibo di cui hanno bisogno, quanto sono grandi le loro popolazioni e la probabilità che si estinguano”.
I risultati mostrano che la limitata diversità dei coccodrilli e la loro apparente mancanza di evoluzione sono il risultato di un lento tasso evolutivo.
Sembra che i coccodrilli siano arrivati ad un piano corporeo che era abbastanza efficiente e versatile da non aver bisogno di esser cambiato, per sopravvivere.
Questa versatilità potrebbe essere una spiegazione del motivo per cui i coccodrilli sopravvissero all’impatto del meteorite alla fine del periodo Cretaceo, in cui i dinosauri invece si estinsero.
I coccodrilli vivono certamente meglio in condizioni calde perchè, non potendo controllare la temperatura corporea, richiedono calore dall’ambiente.
Durante l’Era dei dinosauri il clima era più caldo di quanto non sia oggi e questo spiegherebbe quindi l’ampia varietà di coccodrilli rispetto alle popolazioni attuali.
Essere in grado di attingere energia dal sole significa anche che non necessitano di quantità di cibo tanto quanto un animale a sangue caldo, come un uccello o un mammifero.
Stockdale aggiunge: “E’ sorprendente quanto sia intrecciata e complessa la relazione tra la Terra e gli esseri viventi che la condividono. I coccodrilli hanno adottato uno stile di vita sufficientemente versatile da adattarsi ai notevoli cambiamenti ambientali che hanno avuto luogo da quando esistevano i dinosauri.
Ora, è rimasto l’atto finale delle ricerca: scoprire perchè alcuni tipi di coccodrilli preistorici si sono estinti e altri sono sopravvissuti.