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Scoperti in Italia denti fossili di 450mila anni fa con caratteri Neanderthal

Scritto da Leonardo Debbia il 17.12.2018

Secondo uno studio condotto da Clement Zanolli, paleoantropologo dell’Université Toulouse III Paul Sabatier, in Francia, e pubblicato agli inizi dello scorso mese di ottobre sulla rivista PLOS ONE, alcuni denti fossili rinvenuti in Italia, considerati tra i più antichi resti umani della penisola, mostrano che i tratti dentali dei Neanderthal hanno iniziato ad evolversi a partire già da circa 450mila anni fa.

  Rappresentazione virtuale dei denti di Visogliano e di Fontana Ranuccio (crediti: Zanolli et alii, 2018 CC-BY)

Rappresentazione virtuale dei denti di Visogliano e di Fontana Ranuccio (crediti: Zanolli et alii, 2018 CC-BY)

Questi denti si aggiungono ad altri fattori di uno scenario in fervida espansione, relativo ad un periodo di complessa evoluzione umana che solo ora stiamo iniziando a comprendere.

Zanolli e colleghi hanno esaminato i denti fossili provenienti da due siti della nostra penisola.

Il primo, Fontana Ranuccio, è un sito fossilifero pleistocenico vicino ad Anagni, 50 chilometri a sud-est di Roma; il secondo, Visogliano, si trova 18 chilometri a nord-ovest di Trieste ed entrambi sono stati datati intorno ai 450mila anni fa.

Questi denti si aggiungono ad una lista molto breve di resti fossili umani del Pleistocene medio dell’ Europa centrale.

Utilizzando la scansione micro-CT e ulteriori analisi morfologiche in dettaglio, gli autori hanno esaminato forma e disposizione dei tessuti dei denti, confrontandole con denti di altre specie umane.

E’ stato così osservato che i denti di entrambi i siti italiani condividono somiglianze con i denti dei Neanderthal e appaiono nettamente distinti da quelli degli esseri umani moderni (i Sapiens).

Le discussioni e i confronti sulle identità e le relazioni degli antichi esseri umani del Pleistocene medio in Eurasia non sono di certo mancate nella Comunità scientifica.

La scoperta tra i fossili di denti simili a quelli neandertaliani va a supportare la tesi di chi sosteneva che, attorno al passaggio Pleistocene inferiore – Pleistocene medio, si fosse verificata una prima divergenza della discendenza neandertaliana dalla nostra.

I denti dei due siti italiani risultano anche notevolmente diversi dagli altri denti conosciuti relativi a questo periodo in Eurasia, suggerendo che vi possano essere stati più lignaggi umani che popolavano l’intero areale in quell’epoca, aggiungendosi così ad un crescente elenco di prove a sostegno del ruolo rivestito dal Pleistocene medio, che è stato così riconsiderato come un periodo dell’evoluzione umana molto più complesso di quanto fosse stato finora considerato.

“I resti di Fontana Ranuccio e di Visogliano”, aggiunge Zanolli, “sono tra i resti fossili più antichi che testimoniano una fase di popolamento della penisola italiana. Le nostre analisi dell’anatomia interna del dente rivelano una caratteristica che si potrebbe definire ‘una firma’ propria dei Neanderthal, somigliante anche alle condizioni mostrate dall’insieme dei denti rinvenuti nel famoso sito di Atapuerca Sima de los Huesos, in Spagna, e che indica un modello dentale morfologico tipico dei Neanderthal già preconfigurato nell’Europa occidentale di 430-450mila anni fa”.

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