Come una nave che si muove nelle acque, la stella gigante Zeta Ophiuchi sta accelerando attraverso lo spazio, creando delle onde di polvere spaziale. Il telescopio spaziale Spitzer della Nasa ha catturato un ritratto a infrarossi di queste onde luminose, fenomeno noto anche come bow shock. Il bow shock stellare (l’onda d’urto di prua) è un fenomeno della magnetosfera planetaria o stellare.
Il bow shock stellare si muove attraverso lo spazio interstellare, simile al boato prodotto dall’onda d’urto generata da un aereo quando si muove in un fluido con velocità superiore alla velocità del suono.
Gli astronomi ipotizzano che questa stella si trovasse accanto ad una stella compagna e faceva, in realtà, parte di un sistema binario, prima che la compagna, una stella ancor più massiccia, esplodesse in supernova e scagliasse Zeta Ophiuchi nello spazio a grande velocità, generando la nube giallastra visibile nell’infrarosso dell’immagine della NASA.
Zeta Ophiuchi, è la terza stella più luminosa della costellazione di Ofiuco. Si tratta di una stella blu di sequenza principale situata a 456 anni luce dal sistema solare che è 20 volte più massiccio e 80.000 volte più luminosa del nostro Sole, sta muovendosi alla velocità di circa 54,000 miglia all’ora (24 chilometri al secondo), con un’età di circa 3-4 milioni di anni.
In questa immagine alla luce a infrarossi che non possiamo vedere con i nostri occhi sono stati assegnati colori visibili. Nell’immagine catturata dal telescopio Spitzer, Zeta Ophiuchi appare come la stella luminosa blu nel centro. Quando si carica di polvere, diventa verde, e i forti venti stellari spingono il materiale nelle onde. Quando le onde si condensano e si riscaldano sempre di più, appaiono di colore rosso, secondo quanto riporta Science Daily.
Anche il telescopio spaziale WISE (Wide-Field Infrared Survey Explorer) lanciato dalla NASA nel 2009 ha realizzato un’immagine simile dello stesso oggetto nel 2011.
WISE ha l’obiettivo di analizzare il cielo, con una sensibilità molto elevata, in quattro lunghezze d’onda dello spettro infrarosso, ottenendo immagini 1000 volte più sensibili rispetto ai suoi predecessori a infrarossi IRAS (Infrared Astronomical Satellite (IRAS), AKARI e COBE.
La missione ha l’obiettivo di creare immagini che assicurino una copertura del 99% del cielo, con almeno otto immagini per ogni porzione di cielo, al fine di accrescerne l’accuratezza.