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Nuovo tipo di meteorite collegato alla collisione di asteroidi dell’Ordoviciano

Scritto da Leonardo Debbia il 21.06.2016

Un’antica roccia di provenienza extraterrestre è stata scoperta in una cava svedese, rivelandosi un tipo di meteorite mai trovato prima d’ora sulla Terra. La notizia è stata riferita nei giorni scorsi dalla rivista Nature Communications.

“In tutta la storia della nostra civiltà, abbiamo raccolto qualcosa come 50mila meteoriti e nessuno aveva ancora visto niente di simile”, dichiara Qing-Yin Zhu, docente di Geochimica e Scienze planetarie alla University of California – Davis. “Questa scoperta è davvero molto eccitante”.

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Nella foto, il meteorite fossile (più scuro) è conservato nell’ardesia della cava (credit: Qing Zhu-Yin, UC Davis)

Il nuovo meteorite, ribattezzato Ost 65 (dal nome della regione, Osterplana) sembra essere un frammento residuo di una massiccia collisione tra asteroidi avvenuta 470 milioni di anni fa, la collisione che continuò a far piovere sulla Terra detriti per un milione di anni e che può aver influenzato la grande diversificazione delle forme di vita che caratterizzò il periodo Ordoviciano (dai 485 ai 443 milioni di anni fa).

La parte preponderante dei detriti generati da questo scontro ancestrale è ben conosciuto. Si tratta dell’asteroide che fu fonte delle condriti, il tipo più comune di meteorite, mentre l’identità di questo ‘nuovo’ meteorite rimane un mistero.

La scoperta è avvenuta in una cava svedese a Thornsberg, dove sono stati rinvenuti più di 100 meteoriti fossili. Misura meno di 10 centimetri di larghezza, assomiglia ad una polpettina grigia incastrata in uno strato di calcare rosa puro ricco di fossili. E’ stato definito ‘meteorite fossile’ perché la roccia originaria appare quasi completamente alterata, tranne che per due minerali più duri, spinelli e cromite.

Le analisi degli isotopi del cromo e dell’ossigeno nei minerali rimasti hanno consentito ai ricercatori di concludere che il meteorite Ost 65 si distingue chimicamente da tutti i tipi di meteoriti conosciuti.

Misurando il tempo di esposizione ai raggi cosmici, il team ha stabilito che il meteorite abbia viaggiato nello spazio per un milione di anni all’incirca, prima di cadere sulla Terra, verso i 470 milioni di anni fa.

Questa linea temporale corrisponde con le altre condriti trovate nella cava, fatto che porta gli autori dello studio a ipotizzare che la roccia sia un frammento di un corpo celeste più grande, frantumato nella collisione dell’Ordoviciano. A detta dei ricercatori, il corpo celeste potrebbe essere andato distrutto nella collisione, ma non è escluso che possa ancora vagare nello spazio, fuori dalla portata dei nostri apparecchi rilevatori.

I ricercatori ritengono che durante l’Ordoviciano il numero di meteoriti caduto sulla Terra sia stato 100 volte superiore ad oggi, in virtù della massiccia collisione che avvenne nella fascia degli asteroidi.

Questa pioggia di meteoriti potrebbe aver aperto nuove nicchie ambientali per gli organismi, aumentando così sia la diversità che la complessità della vita sulla Terra.

“Una collisione casuale, avvenuta 470 milioni di anni fa nella cintura degli asteroidi, che possa aver influenzato i percorsi evolutivi di molte specie qui sulla Terra, dimostrerebbe l’esistenza di un’interconnessione di tutto il sistema solare nello spazio e nel tempo”, dice Yin.

I nuovi risultati rafforzano i sospetti che il meteorite più recente caduto sulla Terra non rappresenti l’intera gamma di rocce che va alla deriva attraverso il sistema solare.

Secondo Yin, si può comprendere meglio la storia del nostro sistema solare attraverso la raccolta dei frammenti di meteoriti conservati nelle rocce terrestri più antiche.

“Se si potesse andare ancor più a ritroso nel tempo, potremmo finalmente essere in grado di trovare i veri mattoni della Terra”, assicura lo scienziato.

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