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Un asteroide piccolo piccolo

Scritto da Leonardo Debbia il 08.12.2016

Gli astronomi sono riusciti ad osservare nei dettagli forse il più piccolo asteroide che sia mai  stato avvistato prima d’ora.

E questo asteroide è davvero piccolo! Con un diametro di appena due metri, ad una persona basterebbero meno di due passi per spostarsi da un margine all’altro.

L’asteroide, siglato 2015 TC25, è anche uno dei più brillanti che sia mai stato scoperto vicino alla Terra.

Servendosi dei dati provenienti da quattro telescopi diversi, lo ha avvistato un team di astronomi, guidati da Vishnu Reddy, professore del Lunar and Planetary Laboratory presso l’Università dell’Arizona (UA), che ne ha registrato anche l’elevato grado di riflessione della luce, calcolato pari a circa il 60 per cento della luce solare che lo illumina.

Individuato lo scorso ottobre, nell’ambito del Catalina Sky Survey – il progetto della UA per la scoperta di comete, asteroidi e oggetti vicini alla Terra – il piccolo asteroide è stato accuratamente studiato dai telescopi terrestri durante un flyby, vale a dire un passaggio ravvicinato accanto al nostro pianeta, a soli 128mila chilometri; soltanto un terzo della distanza tra la  Terra e la Luna.

piccolo-asteroide

In un articolo pubblicato su The Astronomical Journal, Reddy sostiene che le nuove osservazioni, effettuate dall’Infrared Telescope Facility della NASA alle Hawaii e dal radar dell’Arecibo Planetary a Porto Rico, mostrano che la superficie del 2015 TC25 è molto simile ad un raro tipo di meteorite altamente riflettente, l’aubrite.

Le aubriti sono meteoriti costituiti da minerali chiari, molto brillanti, soprattutto silicati, che si sono formati in un ambiente basaltico, privo di ossigeno e a temperature molto elevate.

Solo uno su ogni 1000 meteoriti che cadono sulla Terra appartengono a questa classe.

“E’ la prima volta che si entra in possesso di dati ottici, infrarossi e radar riguardanti un piccolo asteroide del genere che, essenzialmente, è da considerarsi piuttosto un meteoroide”; dice Reddy. “Si può ritenerlo, infatti, un meteorite vagante nello spazio che, finora, non è entrato a contatto con l’atmosfera e non è quindi caduto sulla Terra”.

Gli astronomi definiscono meteoroidi i frammenti rocciosi relativamente piccoli, prodotti da impatti tra oggetti celesti di dimensioni maggiori, quali gli asteroidi, che una volta a contatto con l’atmosfera terrestre, si dissolvono a causa dell’attrito.

Sono quindi da considerarsi meteoriti solo i frammenti di meteoroidi che riescono, dopo l’ablazione atmosferica, a raggiungere il suolo.

Pur essendo molti gli asteroidi delle dimensioni di TC25 che giungono nelle immediate vicinanze della Terra e anche se gli astronomi continuano a scoprirne di nuovi, su di essi si conosce, in realtà, ancora molto poco.

Va da sé che un’occasione come questa, per esaminarne uno così vicino era troppo ghiotta perchè gli astronomi se la lasciassero sfuggire, con la speranza di comprenderne meglio

l’origine.

Di certo si sa che la maggior parte degli asteroidi sono frammenti residuali del nostro Sistema solare, collocati per lo più in una fascia tra Marte e Giove, ma che spesso giungono ad intersecare l’orbita della Terra.

Finora, ne sono stati scoperti  più di 15mila, nelle vicinanze del nostro pianeta.

La scoperta risulta anche la prima di un asteroide privo della tipica copertura di polvere, la cosiddetta ‘regolite’, che la maggior parte degli asteroidi più grandi invece hanno.

Il piccolo asteroide ha quindi la superficie costituita essenzialmente di nuda roccia.

L’altra caratteristica particolare osservata è l’elevata velocità di rotazione: completa  una rotazione su se stesso in due minuti!

Probabilmente TC25 ha una struttura che gli scienziati planetari definiscono ‘monolitica’, cioè più simile ad un unico tipo di roccia che non ad un ‘mucchio di macerie’, come sono spesso gli asteroidi più grandi, che sono formati da rocce molto diverse, tenute insieme solo dalla gravità; come, per fare un esempio, quello osservato dalla missione OSIRIS-Rex.

Per quanto riguarda la provenienza, Reddy ritiene che con tutta probabilità sia da considerarsi come il risultato di una collisione di un altro oggetto celeste con il proprio ‘genitore’, l’asteroide 44 Nysa, la cui grandezza è quasi pari all’intera città di Los Angeles.

“Poter osservare e studiare questi piccoli asteroidi è come guardarli direttamente nello spazio, prima che entrino in contatto con l’atmosfera e cadano sulla superficie terrestre”, dice Reddy.

“Solo osservando questi frammenti siamo in grado di poter dare un’occhiata alle loro superfici ‘pulite’, prima che finiscano sulla Terra”.

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