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Cartoni animati, se troppo veloci limitano l’ apprendimento

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 11.10.2011

Bambini e TVI bambini piccoli hanno difficoltà di apprendimento subito dopo aver visto cartoni animati “veloci”, ossia pieni di immagini e di attività che non sono possibili nella vita reale, secondo un nuovo studio.

Il fenomeno negli Stati Uniti ha preso anche un nome, ossia “effetto SpongeBob”.

“SpongeBob SquarePants” è un personaggio dei cartoni animati le cui surreali e improbabili avventure sottomarine sono seguite dai bambini di tutto il mondo, compresi quelli italiani.

I ricercatori dell’università di Virginia hanno voluto scoprire se guardare “SpongeBob” influiva sulla capacità di apprendimento dei bambini subito dopo la visione dell’episodio.

Per scoprirlo, un gruppo di bambini di quattro anni è stato diviso in due sottogruppi. Il primo gruppo ha visto un breve video di “SpongeBob”, mentre il secondo un cartone a ritmo più lento e più realistico chiamato “Caillou”.

Un terzo gruppo di bambini ha passato il tempo a disegnare, invece che guardare la televisione.

In seguito, spiega la ricercatrice Angeline Lillard, hanno tutti effettuto test standardizzati per misurare la loro capacità di concentrarsi, apprendere e risolvere i problemi, per testare la cosiddetta funzione esecutiva.

“E quello che abbiamo scoperto è che i bambini che avevano visto “SpongeBob” avevano di fatto solo circa la metà della capacità di apprendimento degli altri bambini.”

I quattro anni nei bambini sono un’età critica secondo i ricercatori, quando la corteccia prefrontale si sta ancora sviluppando. Questa è la parte del cervello dove si trovano il problem-solving e le funzioni correlate.

Lillard suggerisce che uno dei motivi per cui un cartone come “SpongeBob SquarePants” potrebbe influenzare l’apprendimento è la sua combinazione di velocità e contenuto.

“E’ veloce ed è fantastico. Così il bambino è la necessità di elaborare tutte queste nuove immagini molto, molto velocemente, ed è un processo molto più difficile di quanto avvenga nella vita reale.”

Lillard mette in guardia da conclusioni affrettate, dicendo che il suo studio ha esaminato solo il modo in cui i bambini hanno imparato subito dopo aver visto la trasmissione televisiva. In questo modo non si può concludere che la visione di cartoni di questo tipo possono avere un effetto permanente sulla capacità di apprendimento.

“Ma direi che i genitori potrebbero meglio programmare la visione di questi cartoni magari dopo e non prima la fase di studio, ed anche decidere sulla frequenza con cui li guardano.”

Lo studio di Lillard è pubblicato sulla rivista Pediatrics in lingue inglese.

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  • simone scrive:

    Lo studio, così presentato, lascia MOLTO a desiderare. Non si specifica il n. dei partecipanti allo studio (importante, dato che si generalizza il risultato alla popolazione generale con target età preso in esame). Non si fa alcun riferimento a diagnosi di DSA nei bambini o altri disturbi. Importante perché sono variabili di cui tener conto. Non si fa riferimento alla RANDOMIZZAZIONE…. Cieco? doppio cieco? Non si può parlare di scientificità…mancano i crismi fondamentali.