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Mammiferi e uccelli, animali più adattabili ai cambiamenti climatici

Scritto da Leonardo Debbia il 15.02.2018

Una nuova ricerca, attraverso l’analisi di dati sugli animali vissuti in oltre 270 milioni di anni, e resa nota sulla pubblicazione scientifica Nature, Ecology & Evolution, mostra che i mammiferi e gli uccelli (animali a sangue caldo), hanno una migliore capacità di evolversi e adattarsi a bruschi cambiamenti del clima terrestre, rispetto ai rettili e agli anfibi (animali a sangue freddo) vissuti nello stesso arco di tempo.

Va detto che mammiferi e uccelli sono in grado di ampliare i rispettivi habitat.

mammiferi-uccelli

E questo costituisce un enorme vantaggio.

“Questo significa che hanno a disposizione più possibilità di adattamento e di spostamento da una zona all’altra”, afferma Jonathan Rolland, ricercatore della University of British Columbia, Vancouver in Canada, autore principale dello studio. “Questi vantaggi hanno certamente un impatto decisivo sui tassi di estinzione e su come potrebbe diventare il mondo animale in futuro”.

Mettendo insieme i dati sulla distribuzione delle faune, le informazioni desunte dai fossili e le ricostruzioni filogenetiche riguardanti 11.465 specie, i ricercatori hanno potuto ricostruire sia i movimenti degli animali negli ultimi 270 milioni di anni, sia quali temperature sono stati in grado di tollerare per sopravvivere sulla Terra durante tutto questo tempo.

Il clima del pianeta, infatti, nel corso del tempo è cambiato in modo significativo e questi cambiamenti sono stati determinanti per i luoghi in cui hanno vissuto le varie faune.

Esemplificando, il clima rimase abbastanza caldo e tropicale fino a 40 milioni di anni fa, rendendolo ideale per molte specie, ma allorchè la Terra iniziò a raffreddarsi, soltanto gli uccelli e i mammiferi furono in grado di adattarsi alle temperature divenute più fredde e quindi poterono trasferirsi in habitat più lontani dalle zone temperate sia dell’emisfero boreale che di quello australe.

Questa capacità di adattamento mancò invece ai rettili e agli anfibi; e “questo spiega perchè esistano così pochi rettili e anfibi nell’Antartico o anche in habitat temperati”, afferma Rolland. “Può darsi che con il tempo, queste faune abbiano potuto anche acquisire questa capacità e sia stato possibile per loro trasferirsi in queste regioni, ma di sicuro per loro il cambiamento richiese più tempo”.

Rolland spiega che gli animali a sangue caldo sono ‘endotermi’ (come l’uomo). Il loro organismo mantiene costante la temperatura corporea indipendentemente dalla temperatura dell’ambiente esterno ed è quindi più adatto per la sopravvivenza in luoghi freddi, dato che l’animale può mantenere ugualmente caldi gli embrioni, prendersi cura della prole, migrare o ibernarsi.

“Queste strategie aiutano questi animali ad adattarsi al freddo, ma raramente le vedremo applicate per gli ectotermi; animali a sangue freddo, rettili e anfibi”, precisa lo studioso.

Rolland e colleghi sostengono che lo studio dell’evoluzione e degli adattamenti delle specie nel tempo fornisce importanti indizi per comprendere in che modo gli attuali rapidi cambiamenti di temperatura possano influire sulla biodiversità del pianeta.

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