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Geoingegneria solare contro lo scioglimento dei ghiacci nell’Artico

Creare nuvole artificiali per schermare il sole e non far sciogliere i ghiacciai. Un nuovo studio porta nuove evidenze che potrebbe essere possibile senza sconvolgere il clima globale

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 22.10.2012

Un nuovo studio rilancia la potenziale efficacia della geoingegneria solare .  Questa nuova applicazione intende agire sui cambiamenti climatici miticandoli, cioè agendo direttamente sui raggi solari e sulle nuvole. La critica che è stata rivolta sempre a questo metodo è che non se ne consono gli impatti reali sul clima globale.  Lo studio di cui parliamo, pubblicato su Nature Climate Change, sostiene che se si applica la geoingegneria su scala locale se ne possono mitigare l’impatto e i rischi, creando benefici per il clima, come nel caso dello scioglimento dei ghiacciai nella regione artica.  

Tramonto sui ghiacciai dell’Artico Foto: NASA/Kathryn Hansen.

 

La geoingegneria lavora sulle nuvole e sui raggi solari. Sono proprio i raggi solari che vengono rimandati indietro aumentando le concentrazioni di aerosol nella stratosfera o creando nuvole a bassa quota. Ovviamente tutti i progetti di geoingegneria sono ipotetici e si basano su modelli. Gli esperti che sono critici nei confronti di questi progetti sostengono che gli effetti di queste azioni potrebbe essere imprevedibili e su scala globale e perciò i potenziali benefici non valgono il rischio che si potrebbe correre.

“La nostra ricerca va un passo oltre l’approccio che considera una sola soluzione globale per esplorare come una regolazione attenta della geoingegneria solare possa ridurre le disuguaglianze e i rischi possibili,” ha spiegato il co-autore David Keith,  Professore di Fisica Applicata presso laHarvard School of Engineering and Applied Sciences(SEAS) e professore di Public Policy alla Harvard Kennedy School. Secondo Keith si può prendere in considerazione l’ipotesi di una minimizzazione degli effetti su scala locale, pur agendo sui cambiamenti climatici su scala nazionale. Lo studio, in particolare, prende in considerazione il caso dello scioglimento dei ghiacciai nella regione artica.

“Si è parlato molto di una modifica climatica su una regione specifica. Al contrario, la nostra ricerca utilizza un approccio più sistematico per capire come la geoingegneria potrebbe essere usata per limitare un impatto specifico. Abbiamo scoperto che la geoingegneria solare su misura potrebbe limitare la perdita del ghiaccio marino artico con un oscuramento dei raggi solari molto minore di quello che si pensava prima”

Sia i gas ad effetto serra che l’ aerosol influenzano la distribuzione del calore e la pioggia su questo pianeta e cambiano la temperatura e le precipitazioni in modi diversi in luoghi diversi. I ricercatori suggeriscono che variando la quantità di luce solare deviata lontano dalla Terra, sia a livello regionale che a seconda delle stagioni si potrebbe combattere una parte del  problema legato all’effetto serra e alle precipitazioni.

“Questi risultati indicano che  diverse iniziative di geoingegneria per regione e in diversi periodi di tempo potrebbe migliorare l’efficacia della geoingegneria solare e ridurre l’impatto sul clima nelle aree a rischio,” ha spiegato il co-autore Ken Caldeira, Senior Scientist presso il Dipartimento di ecologia globale alla Carnegie Institution for Science.

I ricercatori fanno notare che le stime dello studio si basano su un modello, mentre le reali stime del possibile impatto della gestione della radiazione solare dovrebbero tener conto delle incertezze varie. Inoltre, qualsiasi interferenza nel sistema climatico terrestre, intenzionale o meno, è in grado di produrre risultati imprevisti.

“Anche se saranno necessarie altre ricerche abbiamo un modello forte che indica che la geoingegneria solare potrebbe essere utilizzata in un modo molto più sfumato di quanto si credesse in precedenza. Si potrebbe dire che non bisogna pensar più alla geoingegneria solare come all’uso di un solo grande termostato globale. Ciò ci fa sperare che se mai ci fosse bisogno di implementare soluzioni tecniche per combattere il riscaldamento globale, ciò andrebbe fatto con un po’ di fiducia in più e una grande capacità di testare e controllare. “

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