Greenpeace ha lanciato oggi una campagna contro la multinazionale Procter & Gamble (P&G). La multinazionale è accusata di acquistare e utilizzare olio di palma da filiere controverse che favoriscono la deforestazione e l’estinzione di tigri e oranghi in Indonesia, favorendo incendi forestali. Greenpeace chiede a Procter & Gamble di fare ciò che già altre grandi multinazionali hanno fatto e cioè ripulire le filiere di olio di palma da aziende che favoriscono la deforestazione e preferire aziende cha aderiscono ad una produzione sostenibile.
L’olio di palma in Indonesia rappresenta un’importante fonte di ricchezza. Dove finisce? Nei nostri shampoo e bagno schiuma, detersivi prodotti anche da Procter & Gamble. E’ così, spiega Greenpeace, che i consumatori inconsapevoli diventano complici della deforestazione e della possibile estinzione di animali come la tigre di Sumatra e degli oranghi.
Greenpeace International è in grado di accusare P&G dopo un anno di indagini: l’accusa è di favorire aziende che incendiano le foreste per poter coltivare l’olio di palma.
“Le foreste indonesiane scompaiono a una velocità pari a nove piscine olimpioniche al minuto a causa della coltivazione di palma da olio.” scrive Greenpeace nel comunicato che accusa la multinazionale.
!La Procter & Gamble deve smettere di far arrivare nelle nostre docce prodotti che causano la distruzione della foresta pluviale e garantire ai propri consumatori prodotti che rispettino uno dei più importanti polmoni del Pianeta. La multinazionale dovrebbe seguire l’esempio di aziende come Ferrero, Unilever, Nestlé e L’Oréal, che si sono già impegnate a ripulire le loro filiere dell’olio di palma da fornitori controversi! afferma Esperanza Mora, campagna Foreste di Greenpeace Italia.
Più precisamente Greenpeace “ha dimostrato che nelle concessioni di proprietà del Gruppo Plantation BW, uno dei fornitori di P&G, si sono verificate diverse uccisioni di oranghi e sono stati allestiti dei cimiteri animali clandestini in aree confinanti con il parco nazionale Tanjung Puting – brutale pratica utilizzata per allontanare altri oranghi dalle coltivazioni. Inoltre altri due fornitori della multinazionale sono coinvolti nel taglio a raso di aree di foresta pluviale nelle proprie concessioni.”
“Negli ultimi otto mesi abbiamo cercato il confronto con la Procter & Gamble, ma invece di agire in modo serio e concreto, l’azienda si nasconde dietro mere azioni di greenwashing. Ė tempo che P&G si impegni a delle politiche di acquisto a Deforestazione Zero tagliando i propri legami con l’estinzione di specie chiave per questo ecosistema come l’orango e la tigre di Sumatra”, continua Mora.
“Non ci sono scuse quindi per P&G, o per altre aziende come Reckitt Benckiser o Colgate Palmolive. È tempo che queste aziende prendano subito un impegno come hanno già fatto altre, più responsabili e coraggiose, come l’italiana Ferrero, L’Oreal e Nestlé”