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Bambini plusdotati non sono iperattivi, non vanno sedati

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 04.02.2011
Bambini plusdotati non sono iperattivi

Bambini plusdotati non sono iperattivi

Dotati di particolari abilità, con competenze e capacità superiori ai coetanei, i bambini plusdotati possono mostrare difficoltà ad uniformarsi ai canoni della scuola, e non vedendo riconosciute le loro abilità possono sviluppare comportamenti che compromettono il benessere proprio e di chi gli sta accanto. Nel casi più gravi, il rischio per quelli più “incompresi” tra loro è anche quello della medicalizzazione tramite potenti psicofarmaci.

Da aprile 2009, GUNA ha avviato un’intensa collaborazione con diverse organizzazioni senza fini di lucro impegnate sul tema della plusdotazione e del “diritto alla diversità” dei più piccoli, anche al fine di facilitare la nascita di una rete nazionale ed internazionale di coordinamento su questo argomento. Frutto di questo impegno è stata la nascita della “Rete Ulisse”, che, terminato il periodo di incubazione, ha organizzato per oggi 4 febbraio una presentazione pubblica presso l’Università Bocconi di Milano con un seminario a tema.

Il seminario, che sarà l’occasione ufficiale per la sottoscrizione e la ratifica dell’accordo tra i Parteners della Rete Ulisse e per la presentazione del corso di formazione biennale sulla plusdotazione dedicato agli insegnanti, organizzato dall’AISTAP e supervisionato dall’Università di Nijmegen (Olanda), si pone l’obiettivo di sensibilizzare sulle tematiche del talento e della plusdotazione tutti coloro che, a diverso titolo, sono interessati a questo tema, illustrando anche le attività di ricerca ed intervento su aspetti ad esso legati (es. drop-out, disaffezione scolastica, underachievement, ecc.) e promuovendo la produzione di materiale specifico dedicato agli insegnanti, ai genitori e alle figure professionali che seguono lo sviluppo del bambino.

Talvolta, infatti, questi bambini manifestano difficoltà scolastiche, emotive e relazionali diversificate, e alcuni rischiano paradossalmente di uscire dal sistema scolastico in quanto non riescono ad ottenere i risultati normalmente attesi dall’ambiente scolastico nel quale sono inseriti e soprattutto adeguati in funzione delle loro reali capacità. “Inoltre alcune volte coetanei e compagni di scuola, affrontando aspetti dello sviluppo ad una velocità chiaramente differente, faticano ad entrare in relazione con i bambini di talento o plusdotati, i quali rischiano pertanto di rimanere isolati dal gruppo e fortemente penalizzati”, afferma Anna Maria Roncoroni, presidente dell’AISTAP – Associazione Italiana per lo Sviluppo del TAlento e della Plusdotazione – e corrispondente italiana dell’European Council for High Ability.

“Sono bambini più intelligenti della norma – ha dichiarato Luca Poma, giornalista e portavoce nazionale di ‘Giù le Mani dai Bambini’ (www.giulemanidaibambini.org), primo e più rappresentativo comitato di farmacovigilanza pediatrica in Europa – e con un approccio diverso a se stessi e a ciò che li circonda, ma queste loro particolarità intellettive, che sono risorse positive, a volte non vengono comprese dagli insegnanti e dagli adulti in generale.

Questo può generare in questi bimbi comportamenti oppositivi, di irritabilità e di ansia, che possono essere erroneamente classificati come sintomi di iperattività, troppo frequentemente affrontati con visite psichiatriche e trattate con psicofarmaci. La possibilità che le loro reazioni a queste incomprensioni nella scuola ed in famiglia siano giudicate ed etichettate, e che essi vengano medicalizzati con psicofarmaci, è assolutamente concreta”, conclude Poma.

GUNA Spa (www.guna.it), azienda lombarda leader in Italia nel settore omeopatico, si è concretamente attivata per sostenere l’organizzazione del seminario e la nascita della Rete Ulisse. “Crediamo profondamente – ha dichiarato Alessandro Pizzoccaro, Presidente di GUNA S.p.a. – nel diritto dei bambini e delle bambine ad esprimere in libertà le proprie peculiarità comportamentali e caratteriali, senza per questo venire discriminati, esclusi od emarginati in famiglia, a scuola, nel gruppo dei pari, e per questo abbiamo sostenuto l’iniziativa: la difesa del diritto di ogni persona ad essere ‘differente’, è un pò la ‘cifra culturale’ della nostra azienda, non per niente da quasi 30 anni crediamo in un diverso paradigma di salute”, ha concluso Pizzoccaro.

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  • Rosa scrive:

    Salve a tutti nei vostri commento leggo e interpreto la mia stessa disperazione ,nessuna diagnosi, tante visite ,psicomotricita logopedia ma nessuno che mi dice come posso aiutare, mia figlia secondo loro intelligentissima,ma non sta mai ferma…..per lo psicologo della neuropsichiatria infantile sono troppo apprensiva.. Tutti biimbi si muovono…….che incubo non essere capita da nessuno…….

  • LuigiT scrive:

    Buongiorno,
    sono un medico anche io ad ho avuto questo problema con 2 miei pazienti.
    Vi consiglio di fare riferimento al gruppo MENSA ( http://www.mensa.it) che riunisce le persone con QI superiore alla norma, che spesso proprio per il fatto di avere talenti speciali, hanno un percorso formativo e prestazionale così diverso dagli altri da farli considerare un problema invece che una risorsa. Questa associazione potrà indirizzarvi , dopo aver valutato se effettivamente i vostri bambini sono superdotati intellettualmente, a scuole speciali che ne coltivino i talenti.
    Luigi

  • elenaz scrive:

    sembra scritto da me, una madre che dopo ripetute visite psichiatriche, sedute logopedistiche, ecc., si rifiuta di considerare il carattere del proprio figlio come una malattia: è vero che F.(tredicenne) dà problemi per il suo comportamento “anarchico”, esuberante e creativo, ma è il suo carattere.Purtroppo a scuola è considerato un handicappato, un disabile dai prof : vorrebbero che io firmi la dichiarazione di ADHD per ottenere l’educatore in classe, perchè non bastano per 14 ragazzi un prof, un insegnante di sostegno di classe e un’inseg. di sost. per disabile. Quest’anno lo bocceranno a causa della condotta, ma F. non è aggressivo, non è prepotente, non è maleducato, non è volgare. Anch’io cerco un suggerimento, ma non ditemi di rivolgermi all’ASL o ad altri dottori. Basta, mio figlio lo voglio vero.

  • carlo zacco pancari scrive:

    ho un figlio tredicenne da semore con problemi scolastici per quella che vari insegnanti hanno definito iperattivita;io pero,che sono un medico,non ho riscontrato i sintomi di una tale problematica,quanto piuttosto una grande creativita,voglia di fare,bisogno di essere incoraggiati ed apprezzati.Da bambino e da ragazzo ero molto simile,la mia prof del classico suggeri a mio padre di farmi fare l operaio,non ero adatto allo studio,infatti oggi,a 56 anni,sono unmedico di successo,laureto con lode,ancora instancabile ed in grado di lavorare senza problemi per 12 ore al giorno:il fatto e che vedo in mio figlio il ragazzo che ero io, ma non so come aiutarlo,gli insegnanti non lo soportano,lo hanno gia bocciato in seconda media ed oggi,che la sta ripetendo,mi dicono che se non lo porto da uno psicologo che indichi come gestirlo,lo bocceranno ancora,fondamentalmente per il suo comportamento:intanto lo emarginano,lui si distrae e si retrae,soffrendone….non sappiamo piu,io e mia moglie,che fare:qualcuno ha un suggerimento?