Oltre 2 milioni di bambini ogni anno muoiono nel mondo per malattie che sono da tempo curabili in Occidente e le cui cure sono considerate banali. L’allarme arriva dal rapporto dell’Unicef sulla polmonite e la diarrea. Di questi 2 milioni di morti sotto i 5 anni, il 90% è concentrato nell’Africa subsahariana e in sud est asiatico.
Il rapporto inoltre chiede di salvare entro il 2015 2 milioni di bambini da morte certa, semplicemente aiutando i paesi in cui si verificano le morti ad adottare le stesse prassi sanitarie di base per tutta la popolazione.
La polmonite e la diarrea colpiscono principalmente i bambini più poveri, attestandosi al 29% di tutte le morti di bambini sotto i 5 anni. Ben 7,6 milioni di bambini hanno infatti perso la vita nel 2010, la stragrande maggioranza dei quali nei paesi in via di sviluppo.
Nonostante i numeri impressionanti, siamo ben lontani dai 12 milioni di morti del 1990, grazie soprattutto alla diffusione dell’assistenza sanitaria di base in molti paesi e interventi per evitare carenze alimentari, immunizzazione, allattamento al seno e diffusione di acqua potabile.
Polmonite e diarrea sono i flagelli dei paesi poveri, e sono associati spesso a fattori come malnutrizione e mancanza di sufficiente igiene. Ma anche se un bambino si ammala di polmonite o di diarrea, non è tutto perduto. Infatti, queste due malattie sono ampiamente curabili se trattate propriamente.
Per la polmonite spesso basta una cura di antibiotici per via orale, mentre nel caso della diarrea, occorre deidratare e fornire sali minerali al bambino.
Per prevenire queste malattie è invece importante tra le altre cose l’allattamento al seno. Nonostante le statistiche parlino chiaro sull’importanza dell’allattamento al seno per almeno i primi 6 mesi di vita del bambino, solo il 40% viene allattato con metodi naturali nei paesi in via di sviluppo. I bambini non allattati al seno hanno 15 volte più probabilità di morire di polmonite rispetto ai bimbi allattati dalla madre, mentre nel caso della diarrea hanno una probabilità di morte 11 volte maggiore.
Secondo l’Unicef, è possibile agire per salvare vite umane adottando provvedimenti su larga scala. Le stime parlano di oltre due milioni di bambini che possono essere salvati in 75 paesi se si agisce direttamente sulle fasce più deboli della popolazione.