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Emilia Romagna: l’assessore all’ambiente contro l’eolico selvaggio

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 30.04.2013

L’eolico in Emilia Romagna in linea di massima non è conveniente. Poco vento e quindi scarse possibilità di poter installare grandi impianti. A dirlo è l’assessore all’Ambiente della Regione Sabrina Freda. Eppure nonostante questo, le aziende a caccia di incentivi continuano a deturpare crinali poco ventosi: unico scopo guadagnare a scapito del paesaggio. L’europarlamentare Andrea Zanoni in un comunicato si schiera accanto all’assessore Freda e alle tante associazioni ambientaliste che grazie a i ricorsi riescono a fermare lo scempio.

Eolico

Si sono riunite in un coordinamento le associazioni dell’Alto Appennino che lottano contro l’eolico selvaggio e hanno ricevuto l’appoggio dell’assesssore Sabrina Freda e dell’eurodeputato Andrea Zanoni, che dichiara: «Appoggio e sostengo l’Assessore Regionale Sabrina Freda, che dimostra di avere a cuore il paesaggio e di voler dar voce ai Comitati dellaRete della Resistenza sui Crinali, nati proprio per difendere il territorio dalle speculazioni industriali»

La Regione Emilia Romagna ha un suo piano per le rinnovabili in attuazione del protocollo di Kyoto, ma secondo Freda la situazione che riguarda l’eolico va monitorata: infatti l’eolico non sarebbe prioritario per la regione visto che i dati del vento non sono spesso sufficienti a giustificare l’installazione. Inoltre l’assessore ha fatto sapere che “i dati degli impianti realizzati, soprattutto per quelli più grandi, mettono in evidenza che relativamente alle ore dichiarate e certificate in fase di progetto dalle aziende proponenti, le ore effettive di produzione risultano essere spesso meno della metà rispetto ai minimi indicati dalla legge regionale.”

E ha aggiunto che per giustificare un impatto ambientale e paesaggistico come quello che deriva dall’installazione delle pale eoliche, sarebbe necessaria una produttività che in Emilia Romagna non è possibile.

Le associazioni svolgono un ruolo importantissimo per la tutela del territorio: a metà aprile 2013, il Consiglio di Stato ha emesso un decreto cautelativo su ricorso del WWF, Vas e Altura bloccando i lavori per la realizzazione di cinque pale eoliche a Zeri (MS) sul monte Gottero, con il passaggio nel Comune parmense di Albareto. Sono dovuti intervenire Carabinieri e Corpo Forestale dello Stato per fermare la fretta di aziende coinvolte in indagini, a caccia di incentivi in scadenza. Il cantiere proseguiva addirittura di notte nonostante lo stop della Magistratura, dopo aver devastato boschi e strade.

L’europarlamentare Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo ha affermato: «Troppo spesso ci troviamo davanti a mega torri eoliche, risultato di uno scempio ambientale che viola anche le Direttive Uccelli 2009/147/CE e Habitat 92/43/CEE. Queste fonti di energia rinnovabile e pulita, quando mal tradotte in realtà, si trasformano in ferite indelebili per l’ambiente: i cantieri sventrano le nostre colline e montagne senza un beneficio concreto per i cittadini. Poi rimangono questi grattacieli che svettano con un impatto devastante. Appoggio e sostengo l’Assessore Regionale Freda che dimostra di avere a cuore il paesaggio e di dar voce ai Comitati della Rete della Resistenza sui Crinali nati proprio per difendere il territorio da speculazioni industriali».

E l’iter dell’eolico in Emilia Romagna non è molto diverso da ciò che succede altrove in Italia: basti citare il caso di alcuni progetti su cui l’assessore vigila con attenzione, ad esempio quello presentato per il Passo del Santa Donna tra Borgo Val di Taro (PR) e Bardi (PR), dove sono previste ben 9 le pale da 150 metri. In Regione era stato presentato solo un anno fa per lo stesso luogo un progetto da 3 pale, che aveva visto gli uffici competenti richiedere ben 46 integrazioni e chiarimenti sull’impatto delle strade per trasportare gli enormi aerogeneratori su quelli che sono sentieri escursionistici o piste forestali in zone fittamente boscose, sui dati degli anemometri incompleti ed errati, sull’assetto idrogeologico, sull’impatto per fauna e avifauna.

L’assessore inoltre è fra coloro che sospende il giudizio riguardo agli effetti per la salute dell’installazione delle pale. In Italia non sono ancora riconosciuti i possibili danni di suoni e soprattutto di infrasuoni, ma in altri Paesi la cosiddetta “Sindrome da pala eolica” è scientificamente accertata e, di conseguenza, la realizzazione degli impianti prevede vincoli molto più stringenti, soprattutto per quanto riguarda le distanze da abitazioni, allevamenti e stalle.

«La salute dei cittadini deve essere salvaguardata ad ogni costo e qualsiasi decisione deve essere adottata dando priorità assoluta a questa valutazione – ha concluso Zanoni – Nel dubbio deve quindi prevalere la massima cautela. Sosterrò l’Assessore Freda e i Comitati nelle azioni che metteranno in atto per difendere l’ambiente e la salute dei residenti».

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