I fiori hanno bisogno di acqua e luce per crescere. Anche i bambini imparano che le piante utilizzano la luce solare per raccogliere l’energia dalla terra e dall’acqua. Ora i ricercatori di un gruppo guidato dal professor Olaf Kruse dell’Università di Bielefeld hanno fatto una scoperta rivoluzionaria, dimostrando che c’è una pianta che utilizza un’alternativa per accumulare energia. Questi scienziati hanno confermato per la prima volta che l’alga verde Chlamydomonas reinhardtii, non solo si impegna nella fotosintesi, ma ha anche una fonte di energia alternativa, che viene dalle altre piante. Questa scoperta potrebbe anche avere un impatto importante sul futuro della bioenergia.
Foto: Bielefeld University
La ricerca è stata pubblicata sull’edizione online del numero del 20 novembre della rivista Nature Communications.
Finora, si credeva che solo vermi, batteri e funghi potessero digerire la cellulosa vegetale utilizzandola come fonte di carbonio per crescere e sopravvivere. Le piante, invece, si impegnano nella fotosintesi di biossido di carbonio, acqua e luce. In una serie di esperimenti, il professor Olaf Kruse e il suo team hanno coltivato le alghe verdi microscopiche, Chlamydomonas reinhardtii, in un ambiente povero di anidride carbonica e hanno osservato che queste piccole piante monocellulari possono ottenere energia dalla cellulosa dei vegetali vicini.
L’alga secerne gli enzimi (i cosiddetti enzimi di cellulosa), che digeriscono la cellulosa, rompendola in componenti più piccoli. Questi vengono poi trasportati nelle celle e si trasformano in una fonte di energia, così l’alga può continuare a crescere.
“Questa è la prima volta che questo comportamento è stato confermato in un organismo vegetale”, ha affermato il professor Kruse. “Questo risultato mostra che le alghe sarebbero in grado di digerire la cellulosa, cose che contraddice ogni libro scritto in precedenza. In una certa misura, infatti, stiamo dicendo che le piante mangiano le piante”. Attualmente, gli scienziati stanno studiando se questo meccanismo possa trovarsi anche in altre specie di alghe. I risultati preliminari indicano che questo è il primo caso.
In futuro, questa “nuova” proprietà delle alghe potrebbe essere interessante per la produzione di bioenergia. Anche se le grandi quantità di rifiuti contenenti cellulosa che sono disponibili, ad esempio, dai campi, non possono essere trasformati in biocarburanti in questa forma. Infatti sono necessari prima di tutto gli enzimi della cellulosa per rompere il materiale. Attualmente, gli enzimi necessari sono estratti dai funghi che richiedono materiale organico per crescere. Se, in futuro, gli enzimi della cellulosa potessero essere ottenuti dalle alghe, non ci sarebbe più bisogno dei funghi.