Si è chiusa oggi la Conferenza nazionale sulla biodiversità dal titolo La Biodiversità in Italia: stato di conservazione e monitoraggio, un’intensa due giorni organizzata dall’ISPRA per fare il punto sullo stato di salute e conservazione della biodiversità in Italia. Ciò che è chiaramente emerso durante i numerosi interventi che si sono alternati è il cattivo stato di conservazione in cui versa la gran parte del nostro patrimonio naturale: il 50% delle specie vegetali, il 51% degli animali e il 67% degli habitat (tra quelli di interesse europeo presenti in Italia) sono in uno stato di conservazione cattivo o inadeguato. E questo accade non per cause naturali, ma anche e soprattutto per la pressione antropica esercitata sugli ecosistemi.
AGNATI E OSTEITTI, (Storione cobice), Acipenser naccarii ,A.Piccinini e F. Nonnis Marzano
Questa è la fotografia scattata nel III Rapporto Direttiva Habitat 2007-2012, presentato dall’ISPRA e dal Ministero dell’Ambiente, una mappatura degli habitat naturali in Italia e delle specie animali e vegetali ospitate, ritenute strategicamente importanti dall’UE, la cui eventuale scomparsa implicherebbe l’estinzione a livello globale. Il Rapporto è costituito da 802 schede di valutazione, di cui 113 per le specie vegetali, 225 per quelle animali e 132 schede di habitat. Numeri questi che sottolineano lo sforzo nel realizzare il volume di sintesi, in quanto l’Italia è tra i paesi europei con la maggiore ricchezza di specie e di habitat di interesse comunitario. Terza dopo Spagna e Portogallo per numero di specie vegetali e seconda dopo la Grecia per la fauna, insieme alla Francia, l’Italia è il paese con più elevato numero di habitat di interesse comunitario (più della metà di tutti gli habitat protetti dalla Direttiva).
ANFIBI – Hydromantes flavus, F. Ficetola
«L’Italia ospita una straordinaria ricchezza di biodiversità – ha spiegato Stefano Laporta, Direttore Generale dell’ISPRA – il numero di piante ed animali presenti nel nostro Paese è il più elevato d’Europa, e oltre il 10% di queste specie si trovano solo nel nostro territorio. Questo livello di diversità è anche il frutto della variabilità di habitat che caratterizza il Paese. Questo rappresenta indubbiamente un capitale importante, ma ci assegna anche rilevanti responsabilità in ambito comunitario e globale. La Direttiva Habitat, in particolare, affida al nostro Paese il compito di assicurare una efficace tutela della biodiversità, non solo per preservare specie e habitat che ci circondano, ma anche per difendere la funzionalità degli ecosistemi ed i servizi ecosistemici che da essi derivano, quali ad esempio suoli più stabili, aria ed acqua pulite, sistemi forestali ed agricoli produttivi».
CHIROTTERI – Minioptero, C. Spilinga
Il quadro che ne scaturisce non è positivo, anche se le prospettive future aprirebbero qualche spiraglio perché circa la metà delle specie vegetali e degli habitat sembrerebbero essere stabili o in miglioramento.
Il 51% delle specie animali presenti nel Rapporto sono in sofferenza: nel nostro Paese sono rimasti solo circa 50 esemplari di orso bruno marsicano, il minimo per assicurarne la persistenza nel medio-lungo periodo, diverse specie di pipistrelli sono minacciate dall’estinzione e circa il 40% degli anfibi si trova in condizioni poco favorevoli. Situazione critica per le tartarughe palustri e i per i pesci di fiume e di lago.
Cardo Gennargentu – Lamyropsis microcephala, G. Bacchetta
Per quanto riguarda le specie vegetali a rischio ,la maggior parte è in Sardegna, ricchissima di piante endemiche. Ad esempio, l’Astralago marittimo, il cosiddetto “Cardo del Gennargentu” e l’eufrasia sono minacciati dal deterioramento della qualità dell’habitat. Il pericolo maggiore è innegabilmente corso da quelle specie che popolano le coste, dove la presenza dell’uomo è maggiore a causa del turismo, quali la granata rupicola, endemica delle coste del Tirreno meridionale.
Per quanto riguarda gli habitat lo stato di conservazione è per il 27% cattivo e per il 40% inadeguato. Dune e torbiere (acquitrini e paludi) sono quelli che presentano lo stato di conservazione peggiore in Italia, a causa di attività turistiche e urbanizzazione non controllata che colpiscono particolarmente le dune. La conservazione delle torbiere gioca un ruolo cruciale perché dalla loro conservazione dipende la sopravvivenza di specie rarissime e uniche in Europa.
Astragalus maritimus, G. Bacchetta
Il rapporto è stato realizzato dall’ISPRA, in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente, Regioni e Province Autonome italiane e le principali Società Scientifiche nazionali. Le regioni hanno prodotto 2926 mappe di distribuzione delle specie e degli habitat, e 2391 schede sullo stato di conservazione delle specie e 1190 schede per gli habitat. L’ISPRA ha, quindi, elaborato le oltre 800 schede (572 schede di sintesi sullo stato di conservazione delle specie e 262 degli habitat) richieste dalla Commissione Europea, in ottemperanza alla Direttiva Habitat.
ANFIBI – Rana italica, F. Ficetola
«Il prodotto di questo impegno – ha aggiunto Stefano Laporta, Direttore Generale dell’ISPRA – è una fotografia accurata e aggiornata del nostro patrimonio di biodiversità dalla quale però emergono ancora luci ed ombre. Oltre la metà delle specie e più del 60% degli habitat di interesse comunitario del nostro Paese si trovano in uno stato di conservazione cattivo o inadeguato. In alcuni contesti la situazione è anche più grave, come nella regione mediterranea o negli ambienti costieri e nelle zone umide, che si confermano ecosistemi fragilissimi. Il quadro tracciato dal 3° Rapporto Direttiva Habitat impone un maggiore impegno di tutti i principali soggetti per una più efficace conservazione della natura nel nostro Paese e per realizzare un monitoraggio coordinato, così come richiesto dalla stessa Direttiva Habitat, che metta a sistema gli sforzi di tutti i soggetti che operano nell’ambito della conservazione».
ANFIBI – (Geotritone),Hydromantes ambrosii, F. Ficetola