Le allergie alimentari sono in aumento in tutto il mondo: 15 milioni di persone negli Stati Uniti e 17 milioni, di cui 3,5 di età inferiore ai 25 anni, in Europa ne sono oggi colpite. Secondo i Centers for Disease Control and Prevention, tra il 1997 e il 2007 è stato osservato un aumento di allergie alimentari pari al 18 per cento. Tra gli allergeni alimentari più comuni vanno citati il latte, le uova, le arachidi, il grano, le noci, la soia, il pesce e i crostacei. I sintomi di un’allergia alimentare possono variare da una leggera eruzione cutanea ad una pericolosa reazione, conosciuta come anafilassi, in certi casi persino letale. Secondo un nuovo studio pubblicato sul numero di dicembre di Annals of Allergy, Asthma and Immunology, la rivista scientifica dell’American College of Allergy, Asthma and Immunology (ACAAI), i prodotti chimici usati per la purificazione dell’acqua che ogni giorno portiamo sulle nostre tavole, sarebbero una delle cause scatenanti.
Lo studio, ci cui l’allergologa Elina Jerschow è principale autrice, ha messo in evidenza che alti livelli di diclorofenoli, sostanze chimiche rilasciate dal cloro ed utilizzate nei pesticidi così come per la disinfezione dell’acqua, incrementerebbero dell’80% il rischio di sviluppare un’allergia alimentare. La ricerca mostra che elevate quantità di diclorofenolo nel corpo umano, potrebbero indebolire la tolleranza alimentare in alcuni soggetti, causando allergia ai cibi.
Tra i 10.348 partecipanti all’US National Health and Nutrition Examination Survey, condotto tra il 2005 e il 2006, 2.548 soggetti presentavano diclorofenoli nelle urine. L’allergia alimentare è stata trovata in 411 persone, mentre ben 1.016 ne aveva una ambientale. “Studi precedenti hanno mostrato che sia le allergie alimentari che l’inquinamento ambientale sono in aumento negli Stati Uniti”, ha dichiarato la dott.ssa Jerschow. “I risultati del nostro studio suggeriscono che queste due tendenze potrebbero essere collegate, e che un maggiore utilizzo di pesticidi e di altre sostanze chimiche è associato ad una maggiore prevalenza di allergie alimentari”.
Scegliere acqua in bottiglia è dunque il modo migliore per ridurre il rischio di sviluppare un’allergia? Secondo lo studio un tale cambiamento potrebbe non essere corretto. Il consumo di frutta e verdura trattate con pesticidi potrebbe infatti giocare un ruolo altrettanto importante. L’ACAAI, l’organizzazione professionale medica composta da oltre 5.700 allergologi, immunologi e professionisti del settore sanitario, con sede a Arlington Heights (Illinois), consiglia inoltre a tutti i soggetti con allergia alimentare nota, di portare sempre con sé due dosi di medicinali prescritti dal proprio allergologo. Un ritardo nella somministrazione di epinefrina potrebbe infatti rivelarsi fatale.
Per ulteriori informazioni sulle allergie alimentari visitare il sito www.AllergyAndAsthmaRelief.org.