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Pesticidi in frutta e verdura, 2012 in chiaroscuro

Ortofrutta e vino regolarmente contaminati. Campioni irregolari fermi allo 0,6%, multi residuo in calo, ma aumentano i campioni da record: fino a 9 diverse sostanze nell’uva, 8 nel vino, 6 nelle mele, 5 nelle arance.Legambiente: "Mai verificati gli effetti sinergici delle diverse sostanze sull’organismo e sull’ambiente”

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 30.10.2012

Mercatino a km 0Legambiente ha pubblicato il rapporto “Pesticidi nel piatto 2012”, in cui sono risultati campioni fuorilegge fermi allo 0,6%; stabili i contaminati da un solo residuo (18,3%), mentre calano di circa un punto percentuale i campioni contaminati da più residui contemporaneamente, portandosi al 17,1% (18,5% nel 2011).

I dati dei residui di pesticidi nei prodotti ortofrutticoli e derivati commercializzati in Italia sono stati elaborati sulla base dei dati ufficiali forniti da Arpa, Asl e uffici pubblici regionali competenti. Ad una prima lettura il quadro è abbastanza rassicurante e in linea con il trend degli ultimi anni che vede diminuire, seppur lentamente, l’uso delle molecole chimiche per la produzione agroalimentare. Purtroppo però, insieme all’aumento in percentuale dei campioni in regola, aumenta pure – in molti casi – il numero delle diverse sostanze chimiche presenti contemporaneamente su uno stesso campione, per il quale le analisi di ogni molecola presa singolarmente hanno stabilito la regolarità.

Se la normativa vigente ha portato ad un maggiore controllo delle sostanze attive impiegate nella produzione dei formulati e l’armonizzazione europea dei limiti massimi di residuo consentito (LMR) negli alimenti, intervenuta nel 2008, ha rappresentato un importante passo in avanti, manca ancora una regolamentazione specifica rispetto al simultaneo impiego di più principi attivi, come pure sulla rintracciabilità di più residui in un singolo prodotto alimentare. La legge quindi, non si esprime ancora rispetto al cosiddetto multi residuo, cioè, al quantitativo di residui diversi che si possono ritrovare negli alimenti mentre la definizione stessa dei limiti di massimo residuo (LMR) continua a basarsi sui singoli residui.

 “Una lettura più attenta dei risultati delle analisi condotte dai laboratori regionali ed elaborati da Legambiente in questo studio – ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – mostra una situazione tutt’altro che rassicurante, con numerosi casi di prodotti ortofrutticoli e derivati contaminati da 7, 8 e addirittura 9 principi attivi differenti, in un composto che nessuno ha mai studiato e analizzato e che potenzialmente potrebbe essere molto dannoso per la salute dei consumatori e per l’ambiente”.

Sul tema del multi residuo è intervenuto anche il Sen. Francesco Ferrante che ha proposto in merito un disegno di legge depositato in Senato ormai tre anni fa: “Che la questione del multi residuo non sia più rinviabile lo confermano proprio i dati del rapporto annuale di Legambiente. Ora sta al Governo recepire questo campanello d’allarme prevedendo le dovute contromisure nel Piano d’azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari che è in via di definizione e che ad oggi non contempla il riferimento al multi residuo.”

Tra i problemi riscontrati anche l’uso di sostanze chimiche non più permesse dalla legge. Tra le sostanze maggiormente rinvenute ci sono il clorpirifos, un insetticida riconosciuto da numerosi studi scientifici come interferente endocrino con spiccata attività neurotossica, il captano, fungicida riconosciuto dall’Epa come possibile cancerogeno e il Fosmet, un insetticida fosforganico dal notevole impatto ambientale  e particolare tossicità riscontrata a danno delle api.

Infine il comportamento delle diverse regioni. Mentre alcune regioni hanno effettuato molti controlli – figurando per assurdo quelle con più problemi –  alcune regioni hanno fornito solo il risultato complessivo. Infine i casi limite di Abruzzo e Molise, che vanno segnalate per non aver saputo – o voluto – fornire alcun dato utile all’indagine.

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