Durante l’International Congress of Nutrition secondo l’International Nut and Dried Fruit Council, grazie alle ricerche presentate è emerso che i pistacchi possono essere utili per contrastare il diabete di tipo 2.
Secondo l’American Pistachio Growers durante il congresso è emerso che la frutta la guscio può essere un valido aiuto, se consumata quotidianamente, per combattere diverse patologie, come l’infarto del miocardio, l’ictus e la sindrome metabolica e inoltre diabete, funzione cognitiva, arteriosclerosi e marcatori di infiammazione.
Secondo l’American Pistachio Growers mangiare pistacchi non avrebbe controindicazioni, perchè nelle giuste dosi non favoriscono l’aumento di peso. L’associazione che conduce ricerche scientifiche sui pistacchi, è composta dai coltivatori californiani di pistacchi.
Lo studio Predimed ha dimostrato come 15g di noci, 7,5g di nocciole, e 7,5g di mandorle al giorno riducano del 28 per cento l’incidenza di malattie cardiovascolari, infarto miocardico, ictus e morte cardiovascolare.
Inoltre il progetto Epirdem si è occupato di studiare la relazione fra l’assunzione di pistacchi e l’emersione di sindrome metabolica e diabete di tipo 2.
I ricercatori stanno studiando il profilo lipidico dei pistacchi per valutare il loro effetto sul metabolismo del glucosio, l’insulino-resistenza e il rischio di diabete di tipo 2.
“In effetti ha confermato il nutrizionista Giorgio Donegani, presidente della Fondazione Italiana per l’Educazione Alimentare, “la ricchezza di fibre unita alla particolare composizione dei grassi contenuti nel pistacchio, può da un lato aiutare la modulazione della glicemia postprandiale e dall’altro contribuire efficacemente a un miglior profilo dei lipidi ematici, funzionale alla protezione cardiovascolare”.
Frank Hu della Harvard University ha poi presentato uno studio sugli effetti di uno studio che ha valutato gli effeti della frutta a guscio sulle malattie croniche: secondo lo studio aumentare il consumo contribuisce a ridurre del 30 per cento il rischio di contrarre malattie cardiovascolari.
Inoltre Linda Tapsell, dell’Università di Wollongong, in Australia, ha ribadito che la frutta a guscio non è collegabile in alcun modo all’aumento di peso, ma anzi aiuta a combattere sindrome metabolica e diabete.