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Vivere più a lungo con meno calorie

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 01.11.2011

DietaDa una riduzione delle calorie si possono ottenere un rallentamento dell’invecchiamento e di malattie legate all’età come il cancro e il diabete di tipo 2. E prima viene ridotto l’apporto calorico, maggiore sarà l’effetto. I ricercatori dell’Università di Göteborg hanno ora identificato uno degli enzimi chiave nel processo di invecchiamento.

“Siamo in grado di dimostrare che la riduzione dell’apporto calorico rallenta l’invecchiamento, impedendo ad un enzima, la perossiredossina, di essere inattivato. Questo enzima è estremamente importante nel contrastare i danni al nostro patrimonio genetico”, spiega Mikael Molin del Dipartimento di Biologia Cellulare e Molecolare.

Riducendo gradualmente l’assunzione di zuccheri e proteine, senza ridurre vitamine e minerali, i ricercatori hanno già dimostrato che le scimmie possono vivere diversi anni più del previsto. Il metodo è stato testato anche su altri animali, dai pesci ai topi fino addirittura ai funghi, a mosche e lieviti con esito favorevole. La restrizione calorica ha anche effetti positivi sulla nostra salute e ritarda lo sviluppo di malattie legate all’età. Nonostante questo, i ricercatori fino ad oggi avevano difficoltà a spiegare esattamente come la restrizione calorica riesca a produrre questi effetti positivi.

Utilizzando cellule di lievito come modello, il gruppo di ricerca presso l’Università di Göteborg è riuscita a identificare uno degli enzimi necessari. La perossiredossina 1, o Prx1, è un enzima che scompone il perossido di idrogeno nocivo nelle cellule, e necessita che vi sia una restrizione calorica per lavorare in modo efficace.

I risultati, che sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Molecular Cell, mostrano che l’enzima Prx1 è danneggiato durante l’invecchiamento e perde la sua attività. La restrizione calorica contrasta questo fenomeno aumentando la produzione di un altro enzima, Srx1, di riparazione per il Prx1. È interessante notare che lo studio dimostra inoltre che l’invecchiamento può essere ritardato senza restrizione calorica limitandosi ad aumentare la quantità di Srx1 nelle cellule. La riparazione del Prx1 emerge quindi come un fattore chiave nel processo di invecchiamento.

“L’insufficienza di Prx1 porta a vari tipi di difetti genetici e al cancro. Viceversa, possiamo ora ipotizzare che la riparazione dell’enzima Prx1 durante l’invecchiamento può contrastare, o almeno ritardare, lo sviluppo del cancro.”

Le perossiredossine hanno anche dimostrato di essere in grado di prevenire i danni causati dall’aggregazione delle proteine, un processo che è stato collegato a diversi disturbi legati all’età che interessano il sistema nervoso, come l’Alzheimer e il Parkinson. I ricercatori stanno quindi anche valutando se la somministrazione di Prx1 sia in grado di ridurre e ritardare il decorso di tali malattie.

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