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Ricreati in laboratorio nefroni funzionanti, presto rene artificiale?

Nei Laboratori del Mario Negri ottenuti nefroni partendo da singole cellule embrionali di topo

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 19.10.2012

Nei Laboratori del Mario Negri sono stati ottenute le strutture renali di base, i nefroni, partendo da singole cellule embrionali di topo. Secondo i ricercatori si tratta di un primo passo verso la creazione di un rene artificiale in laboratorio.

La malattie renali croniche colpiscono il 5-7% della popolazione mondiale e allo stadio terminale portano i pazienti a doversi sottoporre a dialisi e successivamente al trapianto. In tutto il mondo però il numero di organi disponibili per il trapianto è di gran lunga inferiore al numero dei pazienti in attesa. E’ per questo motivo che la ricerca sta tentando di sviluppare dei metodi per generare tessuti e organi artificiali utilizzando cellule dei pazienti stessi o di altra origine. Oggi siamo più vicini a questo obiettivo grazie a uno studio dei ricercatori del Centro Anna Maria Astori del Mario Negri di Bergamo. Lo studio apre nuove prospettive per i pazienti affetti da insufficienza renale e fornisce strumenti più efficaci per comprendere e trattare le malattie del rene.

reneFino ad oggi – spiega Christodoulos Xinaris che ha coordinato la ricerca – partendo da sospensioni di singole cellule embrionali si erano prodotti solo tessuti che non erano in grado di maturare ulteriormente verso un tessuto funzionante, perchè senza il supporto dei vasi sanguigni non si riescono a formare le complesse le strutture fondamentali del rene – i nefroni – dove si svolgono i processi di filtrazione, riassorbimento e secrezione che caratterizzano questo organo.

Ora, per la prima volta al mondo, i ricercatori del Mario Negri di Bergamo usando singole cellule embrionali di topo sono stati in grado di creare in laboratorio nefroni che impiantati sotto la capsula renale dimostrano di saper svolgere certe funzioni fisiologiche deputate alla filtrazione inclusa la capacità di produrre ormoni come l’eritropoietina.

“Il metodo messo a punto in questo studio – dice Giuseppe Remuzzi direttore delle ricerche del Mario Negri di Bergamo – offre nuove basi metodologiche per sviluppare la ricerca e per interessanti applicazioni terapeutiche. La tecnica infatti apre la strada a tecnologie che consentiranno di produrre nefroni umani da cellule del paziente stesso e di mimare mediante manipolazione genetica malattie renali umane per studiarne i complessi meccanismi e valutare in via preliminare l’attività dei farmaci, riducendo in questo modo la sperimentazione sugli animali.

“La generazione di nefroni a partire da singole cellule – aggiunge Ariela Benigni, capo del dipartimento di Medicina Molecolare del Centro Astori – non era mai stata descritta fino ad oggi e costituisce un significativo passo in avanti verso l’obiettivo a lungo termine di sostituire la funzione renale con un rene completamente costruito in laboratorio.L’importanza della scoperta è testimoniata dal fatto che il Journal of the American Society of Nephrology, rivista che pubblica il lavoro di Xinaris nel suo numero del 18 ottobre 2012, ha voluto dedicarle l’editoriale.

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