Con il progressivo invecchiamento della popolazione e con la necessità di esporre pazienti anziani sempre più frequentemente ad anestetici, vi è una crescente preoccupazione a livello mondiale per quanto riguarda la loro potenziale neurotossicità.
Studi biofisici e su animali hanno identificato alcuni cambiamenti molecolari che simulano il morbo di Alzheimer, dopo l’esposizione ad anestetici per via inalatoria. Una ricerca condotta anche dal dott. Vincenzo Fodale dell’Università di Messina ha allertato anestesisti, neuropsicologi e medici chirurghi ad avviare approfondite ricerche cliniche sul ruolo degli anestetici nel declino cognitivo post-operatorio.
Il morbo di Alzheimer è una malattia devastante che colpisce comunemente le persone anziane ed è un problema di salute a livello mondiale. Si manifesta con grave perdita della memoria, problemi di linguaggio, difficoltà nel prendere decisioni e in altre attività della vita quotidiana. La speranza di vita della popolazione umana è in aumento. Pertanto ci troviamo di fronte ad un aumento del numero di persone a rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer e anche ad un aumento del numero di anziani sottoposti a procedure chirurgiche. Qualsiasi possibile associazione tra le due merita pertanto un attento esame.
In assenza di un modello coerente eziologico per spiegare la causa del morbo di Alzheimer e in assenza di un trattamento efficace, una parte consistente dei finanziamenti per la ricerca ha attualmente lo scopo di identificare i fattori di rischio e di ritardare le manifestazioni cliniche della malattia. Una recente ricerca si è concentrata sulla riduzione di incidenza della malattia attraverso l’identificazione dei fattori di rischio. In questo contesto la questione della associazione tra morbo di Alzheimer e anestesia è stata nuovamente sollevata.
Un supplemento del Journal of Alzheimer’s Disease su “Anesthetics and Alzheimer’s Disease” (Anastesia e Morbo di Alzheimer) fornisce la piattaforma per rendere noti i più recenti studi scientifici ai ricercatori e alla comunità clinica. Lo scienziato Dr. Pravat K Mandal, del National Brain Research Centre in India, e il dott. Vincenzo Fodale dell’Università di Messina, hanno riunito gli ultimi risultati della ricerca di scienziati, neurologi, medici, neuropsicologi, anestesisti su vari aspetti della fisiopatologia del morbo di Alzheimer e sul ruolo di anestetici come fattore di rischio possibile.
Mandal e Fodale hanno sottolineato che “questo numero speciale del Journal of Alzheimer’s Disease è una pietra miliare nello sforzo di aggiornare e chiarire i possibili collegamenti tra i comuni anestetici sommnistrati a milioni di pazienti ogni giorno e il meccanismo patologico del morbo di Alzheimer, contribuendo così al costruttivo dibattito in corso. Gli autori del supplemento non intendono generare una ‘paura dell’anestesia’ che potrebbe portare al rifiuto irrazionale della chirurgia in età avanzata, ma si spera di incoraggiare una ricerca seria per un ‘anestetico sicuro’ per i più anziani e che maggiori ricerche su in questo ambito siano garantite “.
Il dott. Mandal ha dichiarato che “la pubblicazione di questa ricerca è attualissima e di valore, approfondirà e darà slancio alle attuali conoscenze scientifiche in questo settore”.