Anche l’invio di una email produce anidirde carbonica, un gas a effetto serra. Uno studio francese dell’Agence de l’environnement et la maîtrise de l’énergie (Ademe) e del Bio Intelligence Services e publicato su Le Parisien, ha calcolato infatti l’emissione di CO2 per ogni email inviata.
Pare che ogni email inviata produca ben 19 grammi di CO2 che moltiplicati per la quantità esorbitante di mail inviate nel mondo crea dei dati preoccupanti.
“Inviare una semplice mail con una foto allegata al messaggio consuma molta più energia di quella che si crede” spiega Alain Anglade, ingegnere presso l’Ademe incaricato per l’ Usage des équipements électroniques.
Infatti nel circuito che lo conduce dal mittente al destinatario ogni messaggio passa per molti server e questo consuma elettricità. Secondo i calcoli un impiegato di una azienda francese di 100 persone che invia una mail di un mega consuma 19 grammi di CO2 e il solo fatto di aggiungere 10 destinatari moltiplicherà per 4 l’impatto.
Nello studio sono stati presi in considerazione anche i materiali: “Abbiamo preso in considerazione nei nostri calcoli i materiali usati per la fabbricazione, metalli e plastica, e la quantità di energia consumata per la fabbricazione che può venire per esempio da una centrale di carbone in Cina” ha detto Alain Anglade. E’ stata considerata anche l’abitudine di stampare alcuni documenti.
Per questo gli ingegneri dell’Ademe consigliano di non stampare i documenti e di ridurre, per quello che si può, l’invio delle mail. Ridurre del 10% gli invii permetterebbe di non produrre una tonnellata di CO2 in un anno. Si raccomanda inoltre di ridurre il numero degli allegati e di inviarli sempre in formati “alleggeriti”.
A tutto ciò che consuma si può fornire energia rinnovabile. Per le e.mail sarebbe sufficiente trasferire al Nord il Ministero delle Poste e Telecomunicazioni e alimentare la rete con energia prodotta dai laghisti col tiro alla fune, il tiro con l’arco, il mulino a mano, la voga longa. I No Tav potrbbero integrare accendendo i fuochi nelle loro spelonche sfruttando l’energia termica prodotta dal legni dei loro boschi. I Ministeri di Maroni, Calderoli e Celaduro da Pontida, potrebbero integrare con l’energia profusa a fermare i clandestini sul bagnasciuga.