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Anche i cacciatori-raccoglitori 15mila anni fa avevano le carie

Scritto da Leonardo Debbia il 16.01.2014

Una dieta composta di alimenti ricchi di amido può aver portato alla diffusione degli alti tassi di carie riscontrati nelle antiche popolazioni di cacciatori-raccoglitori, secondo un nuovo studio pubblicato negli Atti della National Academy of Sciences.

Carie dentaria in un giovane individuo cacciatore-raccoglitore  del sito di Taforalt, Marocco (credit: Isabelle de Groote)

Carie dentaria in un giovane individuo cacciatore-raccoglitore
del sito di Taforalt, Marocco (credit: Isabelle de Groote)

La ricerca, effettuata da un team congiunto di studiosi provenienti dall’Università di Oxford, dal Museo di Storia Naturale di Londra e dall’Istitut National des Sciences de l’Archéologie et du Patrimoine (INSAP) del Marocco, contesta la posizione che la comunità scientifica ha tenuto da lungo tempo, secondo la quale le patologie dentali, e in primo luogo la carie, sarebbero state legate all’avvento dell’agricoltura.

La ricerca mostra invece che in Marocco la carie si è diffusa tra le popolazioni dedite alla caccia e alla raccolta diverse migliaia di anni prima della nascita dell’agricoltura.

Il team ha esaminato 52 serie di denti adulti appartenenti a scheletri di individui cacciatori-raccoglitori rinvenuti nelle Grotte di Taforalt, in Marocco, databili tra i 13,7 e i 15mila anni fa.

Inaspettatamente, sono state trovate tracce di carie in più della metà dei denti superstiti, con solo tre scheletri che non mostravano alcun segno di carie.

In precedenza, gli studiosi avevano ritenuto che gli alti tassi di patologie dentali fossero associabili ai gruppi di agricoltori primitivi che coltivavano vegetali per uso domestico.

I depositi archeologici di Taforalt includono uno strato profondo di cenere con resti carbonizzati rimasti eccezionalmente ben conservati. Gli scavi hanno rivelato la prova di una raccolta sistematica e della relativa elaborazione di cibi selvatici, tra cui ghiande dolci, pinoli e lumache di terra.

Nick Barton, docente di Archeologia dell’Università di Oxford e co-direttore degli scavi a Taforalt, ha dichiarato: “Questo studio rivela, per la prima volta, che ad entrambe le estremità del Mediterraneo, gruppi di cacciatori-raccoglitori avevano iniziato a nutrirsi di una varietà di cibi diversi, mostrandosi più disponibili a questa versatilità molto prima dell’avvento dell’agricoltura. 

A monte di questi cambiamenti, avvenuti su vasta scala, è possibile che si possa essere verificata anche una sollecitazione e ora sta a noi valutare se il cambiamento climatico possa essere stato uno dei principali fattori che hanno contribuito a questa spinta”.

“Le bocche di questi esseri umani presentano spesso cavità e ascessi dentari, tali che è assai probabile che questi individui dovessero soffrire di frequenti mal di denti”, afferma Isabelle de Groote, del Museo di Storia Naturale.  

Jacob Morales, paleobotanico del team, ha aggiunto: “Usiamo i frammenti carbonizzati per identificare le piante che sono state trasportate nelle grotte, comprese ghiande, pinoli ed erbe utilizzate per fabbricare ceste”.

“La dipendenza dalle ghiande commestibili come alimento base potrebbe spiegare l’alta percentuale di carie presente nei denti rinvenuti a Taforalt, dato che nutrirsi di carboidrati che fermentano è un fattore chiave per l’inizio e il progredire della malattia”, asserisce Louise Humphrey, ricercatrice delle Origini umane presso il Museo di Storia Naturale di Londra. 

“Le ghiande possono essere state bollite o macinate per fare la farina. Cuocere le ghiande significava renderle appiccicose e le particelle abrasive staccatesi dalle macine o dalle mole contribuirono senza dubbio ad una rapida usura dei denti favorendo così l’insorgenza della carie sulle radici”.

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