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Massacro preistorico sposta indietro nel tempo le origini delle guerre tra umani

Scritto da Leonardo Debbia il 23.02.2016

Le ossa fossili di un gruppo di cacciatori-raccoglitori preistorici, massacrati circa 10mila anni fa, sono stati rinvenuti in Kenia, a 30 chilometri ad ovest del lago Turkana, in un luogo chiamato Nataruk.

I ricercatori del Centro Leverhulme per gli Studi dell’Evoluzione Umana (LCHES) presso l’Università di Cambridge, hanno rinvenuto i resti parziali di 27 individui, di cui almeno otto sono donne e bambini.

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A sinistra: cranio di maschio umano rinvenuto in posizione prona nei sedimenti della laguna. Il cranio presenta lesioni multiple, coerenti con colpi inferti per uccidere. A destra: Lo stesso cranio ‘in situ’. (Crediti: Marta Mirazòn Lahr)

Dodici scheletri sono relativamente completi e dieci di questi presentano chiari segni di una morte violenta, causata da colpi inferti al cranio e agli zigomi, fratture alle mani, alle ginocchia e alle costole e lesioni al collo da frecce. Un adulto maschio ha ancora una punta di ossidiana rimasta all’interno del cranio.

Molti degli scheletri erano proni, a faccia in giù nel terreno. Almeno in cinque individui i traumi appaiono ‘inferti con forza’, alcuni coerenti con ferite di freccia.

Quattro sono stati scoperti in una posizione tale da ipotizzare che le loro mani fossero state probabilmente legate, e tra queste c’è una donna negli ultimi mesi di gravidanza.

A tutto questo scempio si aggiungono, infatti, anche ossa fetali.

I corpi non mostrano segni di sepoltura. Alcuni individui sembrano essere caduti in una zona lagunosa, che col tempo, prosciugandosi, ha conservato le ossa nei sedimenti.

Lo scenario che ne emerge potrebbe essere considerato il teatro di un sanguinoso scontro tra gruppi di antichi cacciatori-raccoglitori, uno dei quali costituito forse da membri di una stessa grande famiglia, probabilmente attaccati e uccisi da un gruppo rivale.

I ricercatori ritengono che questa possa essere la prima prova storica, scientificamente datata,

di un conflitto tra esseri umani, un ancestrale preludio di ciò che è stato poi definito ‘guerra’.

Le origini della guerra, di fatto, sono oggetto di pareri discordi, sia che la capacità della violenza organizzata si sia verificata molto tempo indietro nella storia evolutiva della nostra specie, sia che possa aver preso l’avvio come espressione primigenia del concetto di proprietà, emerso probabilmente con l’avvento dell’agricoltura e l’appropriazione delle terre.

Il massacro di Nataruk resta, al momento, il primo esempio di violenza tra gruppi di cacciatori-raccoglitori preistorici, che solitamente rimasero in gran parte nomadi.

E’ questa l’opinione della paleoantropologa Marta Mirazon Lahr, direttrice del Laboratorio Duckworth presso l’Università di Cambridge, che afferma che questo massacro testimonia quanto sia antica la violenza tra gruppi e, in senso più esteso, l’espressione della guerra.

“Questi resti umani registrano l’uccisione intenzionale di un piccolo gruppo di raccoglitori, lasciati senza sepoltura, e forniscono l’unica prova che la guerra era parte del repertorio dei rapporti tra i gruppi dei cacciatori-raccoglitori preistorici”, spiega la studiosa.

La scoperta del sito risale al 2012 e dalle datazioni, eseguite sia con il radiocarbonio che con altre tecniche, si è stimato possa essere collocabile tra 9500 e 10500 anni fa, all’inizio dell’Olocene.

Il luogo, che ora è solo macchia, 10mila anni fa doveva essere un lago, un’area fertile ai margini di una laguna, vicino al più grande lago Turkana, circondato da un’ampia foresta e quindi ideale perchè vi si potesse stabilire una consistente popolazione di cacciatori-raccoglitori.

La posizione, vicina all’acqua potabile e alle risorse ittiche del lago, era sicuramente un luogo ambìto da altri gruppi umani che volevano per sé quello spazio.

La prova che questo massacro fu improntato alla conquista del territorio per sostituirsi alla popolazione preesistente è che dagli scheletri rinvenuti si deduce facilmente che il gruppo fu decimato senza distinzioni: giovani, donne – anche incinte – e bambini; senza superstiti.

Anche per Robert Foley, docente di Evoluzione umana del Dipartimento di Archeologia e Antropologia presso l’Università di Cambridge, i risultati di Nataruk sono l’espressione della violenza umana che, secondo lui, è antica forse quanto l’altruismo, che ci ha portati invece ad essere la specie più cooperativa del pianeta.

“Non ho alcun dubbio che essere aggressivi e letali sia nel nostro DNA, così come essere premurosi e amorevoli. La Biologia evolutiva umana suggerisce che si tratta di due facce della stessa medaglia”, conclude il professore.

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