In tanti anni di esplorazione dello spazio gli uomini si sono concentrati sulle immagini per capire gli altri pianeti; ma mai sui suoni. In un paio di casi è stata tentata la registrazione dei suoni con dei microfoni, ma non ha prodotto grandi risultati.
Ora alcuni ricercatori dell’Università di Southampton, guidati dal professor Tim Leighton, hanno trovato una soluzione a questa necessità. Utilizzando gli strumenti e le tecniche della fisica e della matematica, hanno creato i suoni naturali di altri mondi: dei fulmini su Venere alle trombe d’aria sui vulcani di Marte, al ghiaccio sulla luna di Saturno, Titano. Oltre a questi suoni naturali gli scienziati hanno potuto riprodurre i suoni della voce umana così come si sentirebbe sui diversi pianeti.
Questi suoni faranno parte dell’esposizione del Planetario a Winchester, dove fin’ora erano esposte solo immagini e filmati, ma non certo i suoni degli altri pianeti.
Il professor Leighton ha detto: “Siamo fiduciosi nei nostri calcoli, siamo stati rigorosi nell’ uso della fisica e abbiamo tenuto conto delle atmosfere, della pressione e della dinamica dei fluidi.
“Su Venere, il tono della voce sarebbe molto più profondo. Questo perché la densa atmosfera del pianeta farebbe vibrare le corde vocali più lentamente. Tuttavia, la velocità del suono nell’atmosfera di Venere è maggiore di quella sulla Terra, e questo fa pensare al nostro cervello che la persona che sta parlando sia molto piccola. Perciò quando sentiamo una voce su Venere, pensiamo che venga da una persona piccola, ma con una voce profonda.”
Il professor Leighton aggiunge: “Allo stato attuale,i planetari mostrano grandi immagini, ma non esiste un vero suono extra-terrestre che li accompagni. Questisono i suoni più vicini alla realtà.”
Leighton ha anche calcolato come suonerebbe una ‘cascata’ di metano su Titano, un tuono e una tempesta di sabbia su Marte: inoltre ha lavorato per studiare come risulterebbero le voci umane e gli strumenti musicali sugli altri pianeti.