L’eruzione del vulcano Tambora, in Indonesia, avvenne nel 1815 ed è rimasta famosa per il forte impatto che ebbe sul clima di tutto il mondo, provocando nell’opinione pubblica una certa impressione e da varie parti una marea di definizioni relative a quell’anno (ben 1816, a quanto sembra!), quali ‘Anno del mendicante’ o ‘Anno senza estate’, a causa delle gelate fuori stagione, i raccolti disastrosi e la carestia in tutta l’Europa e nel Nord America.
Pare anche che queste condizioni straordinarie abbiano ispirato alcune opere letterarie, quali ‘L’Oscurità’ di Byron e ‘Frankenstein’ di Mary Shelley.
Tuttavia, sembra che il deterioramento globale del secondo decennio del 1800, considerato come il decennio più freddo degli ultimi 500 anni, sia in realtà iniziato sei anni prima, con un’altra grande eruzione. In contrasto con quella del Tambora, questa cosiddetta ‘eruzione sconosciuta’ passò apparentemente inosservata, avvolta in un’aura di mistero, sia per la data che per il luogo in cui avvenne.
In realtà, questa enigmatica eruzione è stata riconosciuta solo nel 1990, per via di alcuni markers rivelatori scoperti in Groenlandia e nel ghiaccio antartico, laddove erano stati registrati episodi rari di eruzioni che avevano prodotto aerosol vulcanici tanto violentemente da aver raggiunto la stratosfera.
La dott.ssa Caroline Williams, del Dipartimento di Studi ispanici, portoghesi e latino-americani, in collaborazione con il ricercatore Alvaro Guevara-Murua, della Scuola di Scienze della Terra dell’Università di Bristol, ha condotto un’accurata ricerca d’archivio per reperire qualsiasi traccia o riferimento dell’evento.
“Ho trascorso mesi nel vasto archivio coloniale spagnolo”, racconta la dott.ssa Williams. “Purtroppo la ricerca stava rivelandosi infruttuosa. Ovviamente – mi dicevo – il vulcano non si trovava in America Latina. E’ stato solo dopo aver consultato gli scritti dello scienziato colombiano Francisco Josè de Caldas, Direttore dell’Osservatorio Astronomico di Bogotà tra il 1805 e il 1810, che ho trovato una precisa descrizione degli effetti di una eruzione”.
Scrive infatti de Caldas che nel febbraio 1809 una ‘nuvola trasparente, dall’11 dicembre del 1808 ostruisce costantemente lo splendore del sole’ nel cielo di Bogotà. Il fenomeno è visibile in tutta la Colombia e le osservazioni riportate da de Caldas sono molto dettagliate. Viene riportato, ad esempio, che ‘il colore naturale del sole è cambiato in argento, tanto che molti lo scambiavano per la luna’ e che il tempo era insolitamente freddo, i campi coperti di ghiaccio e le colture danneggiate dal gelo.
Riferito allo stesso periodo, è stato rinvenuto anche un breve resoconto in cui il medico Josè Hipòlito Unante di Lima, Perù, descriveva dei bagliori dopo il tramonto (un effetto – sappiamo noi – della presenza di aerosol vulcanici nella stratosfera), lo stesso fenomeno che de Caldas riferiva come ‘vapori sopra l’orizzonte’.
Questi studiosi latino-americani del 19° secolo descrivono autentiche osservazioni dirette che possono essere finalmente collegate all’eruzione ‘sconosciuta’.
La dott.ssa Erica Hendy, docente di Biogeochimica a Bristol, formula alcune ipotesi: “Debbono esistere testimonianze di cui non siamo a conoscenza. Ad esempio, annotazioni nei registri navali. Una data precisa consentirebbe di costruire modelli climatici relativi a quell’epoca, dato che stagione e venti determinano la dispersione degli aerosol su tutta la Terra e conseguentemente gli effetti climatici”.
Alvaro Guevara-Murua aggiunge: “Questo studio ha utilizzato varie discipline, dalla paleoclimatologia alla vulcanologia, ma anche alla meteorologia del 19° secolo e alla storia coloniale spagnola”.
Rimane una ulteriore, ma non secondaria, domanda: perché esistono così poche testimonianze di un evento che ebbe sicuramente conseguenze ovunque?
La Williams suggerisce che molto sia dipeso dall’ambiente politico esistente allora su entrambe le sponde dell’Atlantico.
“L’eruzione coincise con le guerre napoleoniche in Europa, la guerra peninsulare in Spagna e gli sviluppi in America Latina e probabilmente l’interesse dei governanti era troppo rivolto ai problemi politici per occuparsi di questioni meteorologiche o ambientali”.