
Virus HIV che attacca un Linfocita al microscopio elettronico - fonte Wikipedia
Una promettente scoperta dagli Stati Uniti per la lotta contro l’AIDS. Un rivestimento antiaderente chiamato BTA-EG6 sembra ridurre drasticamente il tasso di infezione delle cellule del sistema immunitario dal virus dell’HIV quando presente nel liquido seminale.
Il nuovo materiale, sviluppato dai chimici dell’Università di California, San Diego, potrebbe diventare un promettente candidato a combattere la trasmissione dell’HIV. La ricerca verrà pubblicata dall’Università della California – San Diego e dall’Università di Rochester nel prossimo numero della rivista Journal of Biological Chemistry.
Il rivestimento si aggrappa alle estremità fibrose di una proteina chiamata SEVI (che sta per semen-derived enhancer of viral infection, ossia facilitatore di infezione virale derivato dal liquido seminale), che è stata scoperta solo tre anni fa. SEVI sembra attirare il virus, facendolo depositare sulla superficie dei linfociti T, i componenti del sistema immunitario che sono l’obiettivo primario di infezione da HIV, e può giocare un ruolo importante nella trasmissione sessuale dell’HIV.
Come le corde fibrose che legano placche nel cervello associate alla malattia dell’Alzheimer, SEVI è una sorta di sovrastruttura proteica chiamata amiloide.
Il gruppo di Jerry Yang, professore di Chimica presso l’Università di California, San Diego già conosceva questo amiloide, in quanto aveva già lavorato allo sviluppo di rivestimenti antiaderenti per gli amiloidi come potenziale trattamento per la malattia di Alzheimer nel 2006. La loro idea era quella di minimizzare i danni, impedendo agli amiloidi di interagire con altre molecole nel cervello.
Quando questo nuovo amiloide, SEVI, è stato scoperto nel 2007, Yang era interessato a verificare se la strategia di rivestimento avrebbe potuto interferire con il ruolo di SEVI nella promozione dell’infezione da HIV.
Il gruppo di Yang ha collaborato con i ricercatori guidati da Stephen Dewhurst, presidente del dipartimento di microbiologia e immunologia presso l’Università di Rochester Medical Center, che studia l’HIV.
“Abbiamo testato una delle nostre molecole su SEVI e abbiamo visto che era in grado di fermare l’infezione da HIV dovuta all’azione del frammento proteico SEVI”, ha detto Yang. “E funziona anche nel liquido seminale. Qualcosa nello sperma aumenta l’infezione virale – che sia SEVI o qualche altro meccanismo. E la molecola BTA-EG6 arresta il processo”.
Quando i ricercatori hanno unito la molecola sintetica con SEVI, virus HIV e cellule, il tasso di infezione è sceso ai livelli osservati quando SEVI era assente. Inoltre, sono riusciti ad osservare un effetto simile anche direttamente nello sperma, e questo significa che potrebbe essere possibile un preparato che possa fermare o ridurre drasticamente l’infezione che si trasmette attraverso rapporti sessuali.
La molecola del rivestimento è una forma modificata di tioflavina-T, un marcatore attaccato alle proteine amiloidi. Si inserisce tra le singole proteine che vanno a formare la molecola SEVI e inibisce le interazioni che SEVI ha sia col virus HIV che con le cellule immunitarie bersaglio.
“Altre persone hanno provato a fare la stessa cosa andando a colpire o il virus o le cellule inteffate. Quello che facciamo noi è di agire sull’intermediario tra il virus e le cellule “, ha detto Yang. “Neutralizzando SEVI, possiamo prevenire almeno uno dei modi in cui l’HIV attacca le cellule.”
La nuova molecola ha un altro vantaggio. A differenza di molti candidati antivirali in corso di sperimentazione per ridurre l’infezione da HIV, questo non causa infiammazione delle cellule del collo dell’utero.
“Penso che questa nuova molecola possa essere utile,” ha detto Yang, anche se non credo sarà usata da sola. “Come minimo, penso che potrebbe essere un supplemento alle formulazioni antivirali. La nostra speranza è che possiamo in qualche modo fermare questo tipo di trasmissione virale.” (tradotto e adattato da un articolo di Susan Brown su UC San Diego News Center).
Abbiamo raggiunto il responsabile dello studio, Jerry Yang, che ha gentilmente accettato di rispondere a due domande in esclusiva per Gaianews.it.
Domanda. Potrà questo nuovo preparato portare ad una medicina utile per l’uomo? Se sì, quanto dovremo aspettare?
Quello che abbiamo trovato è che questo amiloide che si trova nel liquido seminale e che abbiamo chiamato SEVI (si tratta di un frammento di una proteina) sembra aumentare sensibilmente la trasmissione sessuale del virus dell’HIV. Abbiamo inoltre sviluppato un candidato interessante a diventare un futuro farmaco e che attuamente si chiama BTA-EG6, che è un piccolo comporto chimico di origine sintetica e che colpisce l’amiloide SEVI e neutralizza il suo ruolo nell’aumentare la trasmissione sessuale dell’HIV. Il composto BTA-EG6 potrà portare ad un farmaco antivirale o far parte di un cocktail di comporti che concorreranno a ridurre la trasmissione per via sessuale. Vorremmo iniziare a usare questo farmaco sull’uomo il prima possibile, ma ci vorranno almeno un paio di anni per completare gli studi si sicurezza e di efficacia sugli animali prima che questo farmaco possa essere testato sull’uomo.
Domanda. Potrà questa scoperta portare a sviluppare farmaci economici che possano fermare o almeno ridurre la trasmissione dell’HIV nei paesi del terzo mondo?
La possibilità che il composto che stiamo studiando ed altri farmaci simili siano prodotti in maniera economica e in larga scala è un problema centrale per poter immaginare un farmaco economico da poter distribuire nei paesi del terzo mondo. Inoltre, ci sono altri problemi pratici come la distribuzione, un utilizzo pratico del prodotto (che dovrà essere usato in maniera locale) prima o durante il rapporto sessuale, ecc., che devono ancora essere studiati. Risolvendo questi problemi, tuttavia, noi ci auguriamo che questa nuova molecola, in congiunzione con altri promettenti candidati, possa considerevolmente ridurre il rischio di infezione da HIV attraverso i rapporti sessuali.