I predecessori dei dinosauri non riuscirono a evolversi per andare ad occupare le nicchie ecologiche che si liberarono dopo l’estinzione di massa del Permiano, quando 9 specie su 10 scomparvero. O almeno questo era quello che gli scienziati hanno pensato fino ad oggi, basandosi su ritrovamenti in Sud Africa e Russia. Ma forse stavano solo guardando nel posto sbagliato.
Una recente scoperta di fossili provenienti dalla Tanzania e dallo Zambia risalenti a 10 milioni di anni dopo l’estinzione di massa del Permiano, 252 milioni di anni fa, rivela nuove specie di animali predecessori dei dinosauri. Dunque, i predecessori dei dinosauri sopravvissero all’estinzione di massa del Permiano, che avvenne 252 milioni di anni fa. La ricerca è stata pubblicata su PNAS.
“I reperti fossili del Karoo del Sud Africa, per esempio, sono una buona rappresentazione di animali terrestri a quattro zampe nella Pangea meridionale prima dell’estinzione”, ha spiegato Christian Sidor, un paleontologo dell’Università di Washington.
La Pangea era l’unico continente terrestre che univa tutti gli attuali continenti della Terra. Il Sud della Pangea era composto dalle attuali Africa, Sud America, Antartide, Australia e India.
“Dopo l’estinzione”, ha spiegato Sidor, “gli animali non erano così uniformemente e ampiamente distribuiti come prima. Abbiamo dovuto andare a cercare in luoghi decisamente non ortodossi.”
La ricerca si basa sull’osservazione di fossili provenienti da sette spedizioni in Tanzania, Zambia e Antartide finanziate dalla National Science Foundation (NSF).
“Questi scienziati hanno identificato una conseguenza dell’estinzione di massa: le specie ecologicamente emarginate prima dell’estinzione si sono liberate in una esplosione evolutiva e hanno dominato dopo l’estinzione”, ha spiegato H. Richard Lane, direttore del programma nella Divisione di Scienze della Terra del NSF.
I ricercatori hanno creato due “istantanee” della distribuzione degli animali a quattro zampe risalenti a circa cinque milioni di anni prima, e poi a circa 10 milioni di anni dopo l’estinzione di 252 milioni di anni fa.
Ad esempio prima dell’estinzione, il Dicinodonte, che aveva le dimensioni di un maiale e somigliava a una grassa lucertola con una piccola coda e una testa di tartaruga, si nutriva di piante ed era un animale dominante in tutta la Pangea.
Dopo l’estinzione di massa del Triassico il Dicinodonte è scomparso. Specie simili sono diminuite così tanto nel numero che gli erbivori emergenti potettero competere con loro.
“I gruppi che prosperavano prima dell’estinzione non necessariamente prosperavano dopo,” ha spiegato Sidor.
L’istantanea che risale a 10 milioni di anni dopo l’estinzione rivela che, tra le altre cose, gli arcosauri vagavano in Tanzania e nei bacini dello Zambia, ma non erano distribuiti in tutto il sud di Pangea come si credeva.
Gli arcosauri, i cui parenti viventi sono gli uccelli e i coccodrilli, sono interessanti per gli scienziati perché si pensa che siano gli antenati degli Asilisauri, animali simili ai dinosauri, e dei Nyasasauri parringtoni, creature delle dimensioni di un cane con una coda lunga un metro che potrebbero essere antenati dei dinosauri.
“Il fatto che i primi arcosauri siano stati trovati principalmente in Tanzania è un esempio di come le comunità animali si siano frammentate dopo l’estinzione”, ha spiegato Sidor.
Secondo un modello sviluppato dagli autori, prima dell’estinzione il 35 percento delle specie a quattro zampe è stato trovato in due o più delle cinque aree studiate.
Alcune specie si “allungavano” su 2600 km, dalla Tanzania ai bacini del Sud dell’Africa.
Dieci milioni di anni dopo l’estinzione la distribuzione geografica non era chiara. Appena il sette per cento delle specie sono state trovate in due o più regioni.
A partire dagli inizi del 2000, Sidor ed i suoi co-autori hanno condotto spedizioni per raccogliere fossili da siti in Tanzania che non erano stati visitati dal 1960, e in Zambia, dove le spedizioni erano notevolmente diminuite a partire dal 1980.
La tecnica – un nuovo modo di considerare statisticamente come le specie siano connesse o isolate l’una dall’altra – potrebbe essere utile per altri paleontologi e per i biogeografi moderni.
Due spedizioni in Antartide hanno fornito reperti aggiuntivi e i fossili, secondo gli scienziati, sono un tesoro di informazioni sulla vita di circa 250 milioni di anni fa sulla Terra.