La ricerca, pubblicata oggi nella prestigiosa rivista Nature, descrive il rilevamento di due buchi neri che sono circa da 10 a 20 volte più pesanti del nostro Sole nell’ammasso chiamato M22.
I buchi neri, così densi che neanche la luce può sfuggire loro, sono ciò che resta quando una stella massiccia raggiunge la fine della sua vita e collassa su se stessa.
Il co-autore, dr. James Miller-Jones, dell’International Center for Radio Astronomy Research (ICRAR), ha dichiarato che la scoperta di due buchi neri nello stesso ammasso è stata una grande sorpresa. Tutta la teoria fino ad ora affermava che non ciò non dovrebbe accadere in un ammasso stellare di 12 miliardi di anni.
“Lo studio originariamente aveva come obiettivo la ricerca di un solo buco nero più grande all’interno del amasso di centinaia di migliaia di stelle che, se viste da occhio nudo, assomiglia ad un alone vago di luce”, ha detto.
“Simulazioni di come ammassi stellari globulari si evolvono mostra che molti buchi neri si sono creati presto nella storia di un ammasso.
“I molti buchi neri poi affondano verso il centro dell’ammasso in cui iniziano una danza caotica che porta i più ad essere buttati fuori dell’ammasso fino a quando resta un solo buco nero superstite.
“Eravamo alla ricerca di un grande buco nero al centro dell’ammasso, ma invece abbiamo trovato due buchi neri più piccoli fuori dal centro, il che significa che tutta la teoria e le simulazioni hanno bisogno di essere raffinati.”
Il dottor Miller-Jones ha detto che i buchi neri appena scoperti sono i primi ad essere stati trovati in un ammasso stellare globulare nella nostra galassia. M22 è a circa 10 mila anni luce dalla Terra, ma può essere visto chiaramente con un telescopio da cortile.
“M22 può contenere fino a 100 buchi neri, ma non li possiamo rilevare a meno che non stiano risucchiando delle stelle vicine”, ha detto.
“Abbiamo in programma di fare ulteriori studi per definire con precisione le proprietà dei due che abbiamo già trovato.”