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Messier 7: scie di diamanti nella coda dello Scorpione

Scritto da Annalisa Arci il 19.02.2014

Nota fin dai tempi di Claudio Tolomeo che, nel 130 d. C., la descrisse come una “nebulosa che segue l’aculeo dello Scorpione”, Messier 7 (nota anche come NGC 6475) è una delle formazioni più brillanti della Via Lattea. Nel 1764 Charles Messier lo inserì come settimo elemento del suo catalogo omonimo, ma fu solo nel XIX secolo che John Herschel ne descrisse i dettagli attraverso il telescopio, rilevando un “ammasso di stelle grossolamente sparpagliate”. 

Oggi, una nuova immagine rilasciata dall’ESO conferma questa descrizione. Si tratta di un ammasso brillante composto da un centinaio di stelle e che si trova a circa 800 anni luce da noi. L’immagine che vedete è stata ottenuta con lo strumento WFI (Wide Field Imager) montato sul telescopio da 2,2 metri dell’MPG/ESO si staglia su un ricco sfondo di centinaia di migliaia di stelle più deboli, nella direzione del centro della Via Lattea.

Questa nuova immagine, ottenuta dallo strumento WFI (Wide Field Imager) montato sul telescopio da 2,2 metri dell'MPG/ESO all'Osservatorio dell'ESO di La Silla in Cile, mostra il brillante ammasso stellare Messier 7, noto anche come NGC 6475. Facilmente visibile a occhio nudo vicino alla coda della costellazione dello Scorpione, è uno dei maggiori ammassi aperti nel cielo e un importante oggetto di ricerche astronomiche. Crediti: ESO

Questa nuova immagine, ottenuta dallo strumento WFI (Wide Field Imager) montato sul telescopio da 2,2 metri dell’MPG/ESO all’Osservatorio dell’ESO di La Silla in Cile, mostra il brillante ammasso stellare Messier 7, noto anche come NGC 6475. Facilmente visibile a occhio nudo vicino alla coda della costellazione dello Scorpione, è uno dei maggiori ammassi aperti nel cielo e un importante oggetto di ricerche astronomiche. Crediti: ESO

Avendo circa 200 milioni di anni, Messier 7 è un tipico ammasso aperto di mezz’età e occupa una regione di circa 25 anni luce. Invecchiando, le stelle più luminose di questa fotografia – una popolazione che rappresenta circa un decimo di tutte le stelle dell’ammasso – esploderanno violentemente come supernove. Più in là nel futuro le altre stelle più deboli, molto più numerose, si allontaneranno lentamente le une dalle altre fino a quando non saranno più riconoscibili come un singolo ammasso.

Gli ammassi aperti come Messier 7 sono infatti gruppi abbastanza omogenei di stelle  nate circa nello stesso momento e nello stesso luogo da grandi nubi cosmiche di gas e polvere nella galassia ospite. Anche per questi motivi sono molto interessanti, visto che le stelle hanno all’incirca la stessa età e la stessa composizione chimica e ciò le rende preziose per lo studio della struttura e dell’evoluzione stellare.

La particolarità di questa immagine sembra essere questa: anche se fittamente popolato di stelle, lo sfondo che si intravede non è uniforme ed è attraversato da strisce di polvere. Questo deriva probabilmente da un allineamento casuale tra l’ammasso e le nubi di polvere. Anche se si è tentati di ipotizzare che questi brandelli scuri siano i resti della nube da cui si è formato l’ammasso, la Via Lattea ha compiuto quasi una rotazione completa durante la vita di questo ammasso stellare, con conseguente riorganizzazione delle stelle e della polvere. Queste considerazioni sembrerebbero testimoniare che la polvere e i gas, insieme a Messier 7, da tempo si muovono percorrendo traiettorie distinte.

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