Per la prima volta è stato scoperto un pianeta non solo extrasolare, ma addirittura extragalattico. Tutti gli esopianeti finora scoperti ruotavano sempre intorno a stelle appartenenti alla nostra galassia. Infatti, più ci si allontata dalla Terra e più è difficile scorgere i segni che i pianeti lasciano quando ruotano intorno ai loro soli. La ricerca è comparsa sulla rivista Science.
Questa volta la stella non appartiene alla nostra galassia, la Via Lattea. Un’altra stranezza è che il suo sole non contiene elementi pesanti, che fino ad oggi si erano pensati necessari nella formazione di una stella.
Il pianeta, che è 1,25 volte più grande di Giove, si trova a 2300 anni luce dalla Terra e orbita intorno ad una stella grande più o meno come il Sole – leggermente più piccola – ed abbastanza vecchia. Johny Setiawandel Max Planck Institute per l’Astronomia a Heidelberg, in Germania, e colleghi hanno trovato il pianeta grazie alle oscillazioni gravitazionali che la rivoluzione del grosso pianeta causa alla stella.
La stella, che si chiama poco poeticamente HIP 13044, fa parte di un gruppo di stelle chiamato Helmi, che non sta sul disco galattico, ma ha un’orbita stranamente allungata che porta queste stelle a vagare molto distanti dal piano galattico ed in particolare o molto al di sopra o molto al di sotto. Le stelle di Helmi si pensa originino da una piccola galassia che è stata catturata dalla forza gravitazionale della Via Lattea tra 6 e 9 miliardi di anni fa, quando il nostro sole non era ancora nato.
La strana mancanza di materiali pesanti
“Questa cattura da parte della Via Lattea di un pianeta extragalattico ci ha permesso di poter studiare per la prima volta uno di questi oggetti”, ha detto Rainer Klement, un membro dello staff del Max Planck Institute.
E questo fatto sembra avere degli effetti sulla costituzione della materia del pianeta, se è vero che gli scienziati hanno trovato meno materiali pesanti del solito. Oltre ad idrogeno ed elio, che tutte le stelle devono contenere per poter bruciare, è stata trovata una percentuale insolitamente bassa di elementi più pesanti. Lo spettro di emissione della luce del pianeta, infatti, con cui è possibile stabilire le percentuali di elementi chimici che lo costituiscono, suggerisce che c’è solo il 10% del ferro contenuto negli altri pianeti extrasolari finora osservati.
Le ipotesi sono ancora tutte da formulare. Una delle possibili, tuttavia, può essere quella di una diversa origine di questo pianeta rispetto alla teoria del disco di accrescimento, in cui c’è la formazione di un nucleo planetario più pesante attorno a cui si raccolgono gli altri elementi presenti nel disco. Un’altra ipotesi, banalmente, è un errore di misura.
“E’ un rompicapo per il modello di formazione planetaria maggiormente accettato spiegare come una stella, che contiene quasi per nulla elementi pesanti, abbia potuto costituire un pianeta. Pianeti intorno a stelle come questa devono probabilmente essersi formati in modo diverso “, conclude Setiawan.
Pianeta sopravvissuto
A rendere ancora più particolare questo pianeta è il fatto che ruota attorno ad una stella che ha già passato la fase di gigante rossa. Questo significa che è sopravvissuto a questa fase, in cui la stella si espande e tende ad inghiottire i pianeti che le ruotano attorno (questo succederà probabilmente anche alla Terra, quando il Sole diventerà una gigante rossa, tra 5 miliardi di anni. La stella HIP 13044 sta attualmente bruciando l’elio nel suo nucleo.
HIP 13044 b è vicino alla sua stella madre. Nel punto più vicino della sua orbita ellittica si trova a meno di un diametro stellare dalla superficie della stella (o 0,055 volte la distanza Terra-Sole). Infatti, egli impiega solo 16,2 giorni per effettuare una rivoluzione attorno al suo sole. Setiawan e i suoi colleghi ipotizzano che l’orbita del pianeta potesse essere inizialmente molto più grande, ma che si sia ridotta durante la fase di gigante rossa della stella.
Difficilmente altri tra i pianeti così prossimi alla loro stella possono essere stati altrettanto fortunati. “La stella ha un tempo di rotazione relativamente breve per una stella del ramo orizzontale”, dice Setiawan. “Una possibile spiegazione è che HIP 13044 abbia inghiottito i suoi pianeti interni durante la fase di gigante rossa, il che porterebbe la stella a girare più velocemente”.
Gentile Emanuele,
lei si riferisce ad una galassia a spirale, e in effetti la più vicina come lei dice si trova a 2,9 milioni di al circa. Ma qui sui parla di una galassia nana catturata dalla Via Lattea probabilmente 8-10 miliardi di anni fa. Quindi tecnicamente (ed anche a livello di composizione delle stelle, che hanno meno elementi pesanti) è una galassia distinta dalla nostra. La cosa interessante è che, anche se ormai fa parte di un braccio esterno della Via Lattea, il suo processo di formazione è stato diverso, quindi questo mostra che la formazione dei pianeti (o la presenza di essi nelle stelle non appartenenti alla Via Lattea) è simile anche nelle galassie nane. Spero di averla soddisfatta.
Grazie e buona lettura
Paolo Ferrante
Redazione
La galassia più vicina a noi è Andromeda, e dista 2.9 milioni di anni luce. Quindi come si può dire che il pianeta si trova in una galassia fuori dalla via Lattea e che dista 2300 anni luce?
Un po di attenzione non guasta.