Nel corso di centinaia di migliaia di anni, il lignaggio Neanderthal si sviluppò con successo in tutta l’Eurasia occidentale e sopravvisse, con forti fluttuazioni, tra le oscillazioni climatiche, dai massimi più caldi ai minimi più freddi, dell’Era glaciale.
Il declino dei Neanderthal iniziò con l’ultima punta massima di freddo del periodo glaciale, attorno ai 40mila anni fa, più o meno all’epoca in cui gli esseri umani moderni – i Sapiens – migrarono in Europa, anche se non è ancora stato definitivamente chiarito quale fosse, in realtà, la causa di questo declino, l’inizio della uscita definitiva dalla scena di questa specie, qualche decina di migliaia di anni dopo.
Sireen El Zaatari, ricercatore dell’Istituto di Preistoria, Protostoria e Archeologia Medievale presso l’Università di Tubinga, in Germania, ha indagato a fondo sulla questione, in collaborazione con i colleghi dell’Istituto Max Planck per l’Antropologia evolutiva di Lipsia, gli antropologi della Stony Brook University, New York, e della University of Arkansas a Fayetteville, USA.
Il team ha esaminato un fattore che potrebbe essere, in qualche modo, ritenuto quantomeno corresponsabile del declino dei Neanderthal: il ruolo che avrebbero potuto assumere le strategie alimentari sullo sviluppo degli individui.
Analizzando le tracce della micro-usura dei molari fossili di Neanderthal ed esseri umani moderni del Paleolitico superiore, i ricercatori sono stati in grado di trarre qualche conclusione sul tipo di dieta e stabilire una correlazione con le condizioni climatiche prevalenti all’epoca.
Sono state così scoperte anche le differenze comportamentali che erano sorte tra le due specie, probabilmente decisive a favore di una piuttosto che dell’altra.
Mentre i Sapiens sembra avessero investito un maggior impegno nel modificare l’accesso alle risorse alimentari, i Neanderthal paiono aver adattato la loro dieta alle risorse più facilmente accessibili.
Queste modifiche alla dieta degli esseri umani moderni furono forse più incisive e ottennero risultati migliori, anche perché si avvalevano dell’uso di nuove tecnologie nel procurarsi il cibo.
Questa differenza di strategia, secondo i ricercatori, avrebbe recato un considerevole vantaggio ai Sapiens rispetto ai Neanderthal.
“Ci si sarebbe aspettato che i Neanderthal si fossero adattati molto meglio alle condizioni climatiche molto dure dell’Era glaciale”, afferma El Zaatari. “Essendo sempre vissuti nel solito ambiente, avrebbero dovuto essere favoriti, rispetto ai Sapiens, sviluppatisi in Africa ed emigrati in Europa molto più tardi”.
El Zaatari trae le sue conclusioni sulla dieta dal tipo e grado di usura dei molari di 52 individui europei e levantini – Neanderthal e Sapiens del Paleolitico superiore – provenienti da 37 siti appartenenti ad un arco di tempo compreso tra i 500mila e i 12mila anni fa.
L’alternanza dei climi rimodellò più volte il territorio e l’habitat passò più volte da steppa a foresta e viceversa, con le conseguenze della estrema variabilità, sia per la qualità che per la quantità, di frutti, vegetali e animali disponibili quali fonti alimentari.
Lo studio indica che i Neanderthal furono in grado di adattarsi ai cambiamenti delle risorse alimentari, cibandosi di quelle messe a disposizione dalle condizioni climatiche.
Si sarebbero accontentati, insomma.
I Sapiens, al contrario, conservarono i propri stili di vita, cibandosi, ad esempio, di alimenti vegetali anche quando questi scarseggiavano. Ma come?
“Per essere in grado di applicare una strategia e darsi da fare, dovevano aver certamente sviluppato l’uso di strumenti per ottenere radici dal terreno”, dice El Zaatari.
I risultati della ricerca non indicano necessariamente che sia inconfutabile l’ipotesi che i Neanderthal tendessero a conservare le proprie abitudini, risultando quindi forzatamente svantaggiati. Questo, se fossero rimasti gli unici abitatori!
Soltanto, c’è da tener conto che intorno ai 40mila anni iniziò la concorrenza da parte dei nuovi arrivati, i Sapiens.
Conseguentemente all’impiego di strategie alimentari diverse e quindi, sostanzialmente, ad un miglior adattamento ai cambiamenti, gli esseri umani moderni ebbero di certo maggiori probabilità di trarre un sicuro vantaggio sui Neanderthal”, conclude Sireen El Zaatari.