L’Agenzia Europea per l’Ambiente ha pubblicato il rapporto sulle emissioni di gas serra per il 2010 dei 27 paesi membri. Nel 2009 le emissioni erano state in calo a causa della recessione economica. Nel 2010, invece, le emissioni si registrano di nuovo in crescita a causa della lieve ripresa dalla recessione e dell’inverno più rigido. Tuttavia l’aumento delle emissioni è stato contenuto dall’espansione dellle energie alternative.
I gas ad effetto serra sono aumentati del 2,4% (o 111 milioni di tonnellate di CO2) tra il 2009 e il 2010. Questo dato può essere in parte spiegato dal fatto che c’era stato una diminuzione del 7,3% (o -365 milioni di tonnellate CO2) delle emissioni tra il 2008 e il 2009.
Con questi dati l’UE rimane comunque in un buon trand per raggiungere gli obiettivi previsti dagli accordi di Kyoto.
“Le emissioni sono aumentate nel 2010. Questo effetto di rimbalzo era atteso perchè la maggior parte d’Europa, è uscita dalla recessione,” ha spiegato il direttore esecutivo della AEA Jacqueline McGlade. “Tuttavia, l’incremento avrebbe potuto essere ancora maggiore, senza la rapida espansione della produzione di energia da fonti rinnovabili nell’Unione europea.”
L’uscita dalla recessione ha comportato un aumento della domanda di energia, ma anche il fatto che l’inverno sia stato molto rigido ha contribuito notevolmente all’aumento.
Tuttavia, la crescita delle emissioni di gas serra è stata contenuta da diversi fattori. La crescita della produzione di energia da fonti rinnavabili ha confermato il trand degli anni precedenti con un aumento del 12,7% del consumo totale di energia da fonti rinnovabili nel 2010. Inoltre, il prezzo del petrolio è sceso notevolmente nel 2010 e il consumo totale di petrolio utilizzato a fini energetici è salito del 7,4%. La quota maggiore di consumeo di petrolio ha portato ad un aumento dei valori di gas serra prodotti da combustibili fossili.
I maggiori aumenti sono arrivati da quei settori che dipendono da energia derivante da combustibili fossili: le emissioni di CO2 provenienti dai settori residenziali e commerciali causati da una domanda di riscaldamento maggiore a causa di un inverno più freddo, le emissioni di CO2 da parte delle industrie manifatturiere e delle costruzioni (tra cui ferro e acciaio ), e le emissioni di CO2 per produrre energia elettrica e riscaldamento per i luoghi pubblici.
Le emissioni dei trasporti stradali, invece, hanno continuato a diminuire nel 2010, nonostante la maggiore domanda di trasporto merci.
Tra i gas a effetto serra segnalati alla Convenzione delle Nazioni Unite per i Cambiamenti Climatici (UNFCCC), l’anidride carbonica (CO2) ha rappresentato l’82% delle emissioni totali di gas serra.
Ma anche le emissioni del settore di hydroflourocarbons (HFC), gas a effetto serra molto potenti, sono cresciute significativamente nel 2010, proseguendo la tendenza al rialzo osservata dal 1990.
Invece il metano (8,6% delle emissioni totali di gas serra in equivalente CO2) e il protossido di azoto (7,2%) sono diminuiti.
Per quanto riguarda i singoli paesi, Germania, Polonia e Regno Unito rappresentavano il 56% dell’ aumento netto totale delle emissioni di gas serra nell’UE. La crescita relativa delle emissioni è stata più alta in Estonia, Finlandia, Svezia e Lettonia. Spagna, Grecia e Portogallo ha invece registrato una riduzione delle emissioni.