Gaianews

Aper si appella alla Commissione Europea contro il decreto Romani

Scritto da Federica di Leonardo il 08.04.2011

Pannelli fotovoltaici sulle barriere fonoassorbenti dell'autostrada A22L’Aper, l’associazione dei produttori di energia da fonti rinnovabili, ha annunciato un imminente esposto alla Commissione europea contro il decreto Romani sulle rinnovabili approvato nelle scorse settimane che violerebbe i principi contenuti nella direttiva europea numero 28 del 2009, che impone agli Stati membri di promuovere le energie rinnovabili.

Il decreto, in ultima battuta, eliminando l’introduzione di un tetto di 8 mila MW per l’incentivazione dell’energia del sole, rimanda a giugno la decisione sul tetto della potenza incentivabile, creando in questo modo una grande incertezza sugli investimenti di aziende che erano seriamente impegnate nello sviluppo del settore negli ultimi anni.
Per l’eolico il taglio sarebbe del 22%, mentre è stata introdotta una norma per la realizzazione di impianti su terreni agricoli: sarà possibile infatti produrre al massimo 1 MW di energia fotovoltaica e utilizzare per gli impianti di produzione non più del 10% del terreno coltivabile.

Aper aveva già commentato così il decreto:«Sebbene il nuovo decreto rinnovabili, appena licenziato dal Governo, abbia recepito parte delle istanze avanzate dai produttori, l’impressione generale è che le grandi aspettative che gli operatori del settore vi avevano riposto siano state disattese ancora una volta. Al di là dei commenti di merito che rinviamo ad una fase successiva, quello che più lascia basiti è il metodo utilizzato: per i principali punti chiave del “sistema rinnovabili” – in primis la definizione del valore degli incentivi – si rimanda infatti a future disposizioni attuative, introducendo così non una norma, non stabilità e chiarezza, bensì ulteriori elementi di incertezza. Il Governo cambia le carte in tavola a partita iniziata in sostanza, lasciando senza paracadute, senza tutela e senza garanzie gli operatori che hanno avviato gli investimenti sulla base di regole che fino a ieri sembravano certe. Si sottolinea che il pericoloso effetto retroattivo del decreto, particolarmente drammatico nel caso del fotovoltaico, va a bloccare non solo i progetti futuri, ma anche quelli già avviati e finanziati, mettendo a rischio fallimento aziende fino a ieri stabili e in crescita».

Anche altre aziende si apprestano ad avviare azioni giurisdizionali interne e hanno l’intenzione di attivare i rimedi giuridici offerti dal Trattato sulla Carta dell’energia.

I produttori chiedono al Governo di modificare il decreto Romani in modo da tutelare gli investimenti già effettuati. Inoltre, come altre associazioni e gruppi di imprese, Aper chiede che il quarto Conto energia, che dovrebbe entrare in vigore a giugno, preveda una riduzione graduale delle tariffe, senza l’imposizione di tetti annui massimi di potenza installabile.

© RIPRODUZIONE RISERVATA