Gaianews

Nelle acque antartiche cambiano le reazioni al riscaldamento globale

Scritto da Leonardo Debbia il 18.09.2017

Dopo il riscaldamento artificiale di una porzione di fondo marino nelle acque poco profonde dell’Oceano Antartico, un team scientifico angloamericano ha osservato che un incremento della temperatura di soli 1-2 gradi centigradi provocava un notevole impatto, del tutto inaspettato, sulla diversità della fauna marina, raddoppiandone, in pratica, i tassi di crescita.

L’esperimento, definito dai ricercatori come ‘il più attendibile compiuto fino ad oggi’, forniva così dei risultati – riportati poi sulla rivista Current Biology – che dimostravano come gli effetti del riscaldamento futuro avrebbero anche potuto superare ogni aspettativa.

“Sono rimasta piuttosto sorpresa”, dice Gail Ashton, ricercatrice leader dello studio, promosso in tandem dal British Antarctic Survey, Cambridge, e dallo Smithsonian Environmental Research Center, Maryland, US. “Non mi aspettavo di poter osservare, in Antartide,una differenza tanto significativa nelle comunità animali a seguito di un incremento di temperatura di un solo grado.

Ho trascorso la maggior parte della mia carriera lavorando in climi temperati, dove le specie attraversano fluttuazioni di temperatura molto più elevate e non ci si aspetta certo una risposta simile ad una variazione della temperatura così piccola”.

La previsione di come singoli organismi e intere comunità potranno rispondere ai futuri cambiamenti climatici rimane davvero una sfida importante da fronteggiare.

Ashton e il suo team avevano deciso di riscaldare un’area del fondale marino intorno alla stazione di ricerca Rothera e stare a osservare cosa sarebbe successo.

Impiegarono appositi pannelli che producevano calore sul fondale marino allo scopo di misurare l’effetto riscaldante sulle specie locali, aumentando la temperatura di un sottile strato d’acqua attorno ai pannelli, prima di 1 grado, poi di 2 gradi centigradi al di sopra della temperatura ambiente.

Perché proprio questi valori? – ci si chiederà.

Si tratta dei valori dell’aumento della temperatura globale che gli scienziati si aspettano, rispettivamente per i prossimi 50 e 100 anni.

L’esperimento ha dimostrato che un aumento di temperatura di 1 solo grado ha provocato una crescita del 70 per cento in una singola specie di briozoi, Fenestrulina rugula, che nel giro di due mesi è divenuta la specie preponderante della comunità, mentre la diversità e l’equilibrio tra le specie diminuivano.

Anche gli individui di un verme marino, Romanchella terrieri, sono cresciuti di dimensioni, mediamente del 70 per cento in più rispetto agli esemplari presenti in condizione di temperatura ambiente.

Una variabilità molto maggiore è stata poi riscontrata nelle risposte degli organismi, quando l’aumento di temperatura è stato di 2 gradi°C.

Le risposte in fatto di crescita rispetto alle mutate condizioni termiche differivano a seconda delle specie, delle età e della stagione.

Le specie, in genere, si sono sviluppate più velocemente durante l’estate antartica, mentre nel mese di marzo sono state osservate reazioni diverse tra le specie, quando sono diminuiti sia la  temperatura dell’oceano che la disponibilità di cibo in sospensione nella massa d’acqua.

Secondo i ricercatori, i risultati suggeriscono che, sugli ecosistemi marini polari, i cambiamenti climatici, anche di modesta entità. potrebbero avere effetti più intensi; molto maggiori di quanto sia stato previsto.

E così, mentre il pianeta si va riscaldando, in gran parte della biosfera si potranno registrare tra le specie sia vincitori (come la Fenestrulina rugula tra i briozoi) che vinti.

Gli studiosi intendono ora ampliare l’uso di questa tecnologia del riscaldamento indotto per verificare le risposte al riscaldamento naturale in altre località e in altre comunità animali, tra cui l’Artico.

© RIPRODUZIONE RISERVATA