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Un fiore d’autunno contro il declino delle api

Ricercatori dell'Università di Pisa hanno scoperto che un fiore che fiorisce in autunno, potrebbe aiutare a contrastare il declino delle api, che ha effetti importanti sull'impollinazione e quindi sulla produttività agricola

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 15.04.2014

Ricercatori dell’Università di Pisa hanno scoperto che un fiore che fiorisce in autunno, potrebbe aiutare a contrastare il declino delle api, che ha effetti importanti sull’impollinazione e quindi sulla produttività agricola.

declino delle api

Le colonie di api sono in declino, colpite da funghi e virus, indebolite da pesticidi e disturbate dalla frammentazione degli habitat. Mentre la ricerca è impegnata a ricostruire il quadro completo del Colony Collapse Disaster, il fenomeno che determina la scomparsa di intere colonie, alcune ricerche sono indirizzate a sostenere le api nei momenti in cui il polline, per diversi motivi è più scarso.

La ricerca del team di Apidologia e Apicoltura del dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali dell’Università di Pisa ha studiato la funzione di un fiore che sboccia in autunno la Cephalaria transsylvanica, una specie popolarmente conosciuta come “Vedovina maggiore”. Fiorendo in autunno, quindi quando gli altri fiori hanno finito il tempo della fioritura, questa pianta aiuta le api in un momento in cui il polline non è abbondante.

Lo studio è stato condotto da Angelo Canale, Giovanni Benelli e Stefano Benvenuti, ed è stato pubblicato su PLOS ONE.

“Tale strategia – ha spiegato Giovanni Benelli – può rappresentare un’ottima soluzione per fornire polline e nettare alle api, ma anche ad altri pronubi selvatici, nella fase di rarefazione delle fioriture spontanee che caratterizza la stagione autunnale”.

La pianta, spiegano gli scienziati si adatta molto facilmente e viene visitata soprattutto in piena estate e all’inizio dell’autunno, quando le altri fonti di polline scarseggiano.

“La ricerca in oggetto – ha aggiunto Angelo Canale – propone l’inclusione di C. transsylvanica in strisce di fioriture da seminarsi sia in aree ad agricoltura intensiva, al fine di aumentare la diversità degli impollinatori presenti, sia in prossimità degli alveari per garantire limitrofe e abbondanti quantità di polline e nettare utili a irrobustire le famiglie di api, per un più agevole superamento della stagione invernale”.

Per contrastare il declino delle api sono già stati creati corridoi di fiori selvatici, ma la loro efficacia era limitata alla fioritura primaverile e estiva. Con il nuovo fiore l’azione dei corridoi potrà essere più efficace e duratura.

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