Nei giorni scorsi un esemplare di Ibis eremita – specie gravemente minacciata e protetta a livello internazionale – è stato ucciso illegalmente in Abruzzo.
Abbiamo intervistato il direttore del Waldrappteam, un progetto austriaco che si occupa di creare una colonia di Ibis che dall’Austria migri in Toscana. Dalle parole del direttore emergono due elementi importanti: che le perdite di Ibis avvengono sempre in Italia a causa del bracconaggio e che questo caso non è affatto isolato. Inoltre abbiamo anche appurato che gli Ibis partiti dalla colonia di Burgau non erano 3, ma 4. Un uccello, avvistato l’ultima volta in Slovenia, risulta scomparso.
L’assessore all’Agricoltura e alla Caccia Mauro Febbo intanto usa toni forti contro i bracconieri e sprona la polizia e i cacciatori a cercare i responsabili dell’uccisione dell’Ibis nei giorni scorsi. “Esprimo la mia più ferma condanna – ha detto Febbo – nei confronti di quegli pseudo cacciatori, delinquenti bracconieri, che si rendono protagonisti di comportamenti non rispettosi del regolamento faunistico. Come Assessore alla Caccia, sento il dovere di ribellarmi a questi abusi da parte di soggetti che, in spregio ai regolamenti e precise normative nazionali e regionali, sparano senza fare distinzione di sorta tra le specie cacciabili da quelle non cacciabili. La nostra Regione possiede un patrimonio faunistico eccezionale che va salvaguardato e tutelato. Infatti la mia Direzione ha intrapreso iniziative lodevoli e importanti come l’istituzione dell’Osservatorio Faunistico regionale e l’avvio del nuovo Piano faunistico-venatorio Regionale unitamente all’ISPRA e gli Ambiti territoriali di caccia. Pertanto invito tutte le Forze e le autorità di competenza ad intervenire sanzionando coloro che si rendono protagonisti di tali atti deprecabili e invito i cacciatori a sorvegliare affinché non si ripetano episodi del genere”.
Il dottor Johannes Fritz è direttore del progetto Waldrappteam per la conservazione dell’Ibis eremita o NBI( Northern Bald Ibis) e membro della stazione di ricerca Konrad Lorenz a Grünau, Austria (KLF), che è legata all’ Università di Vienna.
Il dottor Johannes Fritz lavora con il suo team da 10 anni a uno studio di fattibilità per l’introduzione di colonie di Ibis migratori in Europa. Le attività principali sono le cosiddetto migrazioni guidate da uomini dall’ Austria e dalla Germania ad un area di svernamento in Toscana, l’Oasi Laguna di Orbetello, gestita dal nostro partner WWF Italia.
“Dopo 10 anni di ricerca” spiega Johannes Friitz “possiamo dire che la reintroduzione di colonie migratorie di queste specie altamente minacciata di Ibis è possibile. Gli uccelli migrano in primavera dalla Toscana alla loro posizione di allevamento in Austria o Germania e tornano in autunno. La reintroduzione dell’Ibis sarebbe la prima reintroduzione di successo di una specie migratrice. Ciò solleva qualche speranza, non solo per questa specie, ma anche per tutti gli altri uccelli migratori.
“Tuttavia – aggiunge Fritz – devo dire che fin dall’inizio un grave handicap, o per meglio dire, la principale causa di mortalità, è stata la caccia illegale dei nostri uccelli in Italia.
“La maggior parte degli uccelli semplicemente scompare, ma soprattutto scompare in Italia durante la stagione della caccia italiana, da settembre a gennaio. Durante il resto dell’anno non ci sono perdite importanti. Abbiamo già diversi casi in cui la caccia è una sicura causa di mortalità. Potete infatti vedere la radiografia di un uccello ucciso dalle pallottole.
“Questo autunno di nuovo, circa 10 uccelli sono scomparsi in Italia. Quindi siamo preoccupati che anche questa volta la perdita di un numero significativo di uccelli sia dovuta alla caccia illegale.
Di seguito una galleria fotografica con immagini per gentile concessione del Waldrappteam
Domanda: Perchè questi tre uccelli si trovavano in Abruzzo?
Johannes Fritz: Il gruppo di uccelli che è stato avvistato nei pressi di L’Aquila è un gruppo di quattro giovani uccelli. Ma non appartengono al progetto Waldrappteam, cioè quegli uccelli che migrano verso la Toscana. Appartengono invece ad una colonia sedentaria di Ibis nella stazione di ricerca Konrad Lorenz in Austria.
Gli uccelli sono partiti da lì in ottobre. Di fatto si sono diretti a sud. Il 12 novembre sono stati visti in Slovenia, e dal 18 novembre sono nei pressi dell’Aquila.
Sulla base di diverse esperienze sappiamo che gli uccelli giovani difficilmente sopravvivono se non ottengono contatti con una colonia di NBI. Quindi, abbiamo intenzione di catturarli per portarli alla nostra colonia in Toscana.
Ci auguriamo che torneranno indietro in Austria quando arriveranno alla maturità sessuale per riprodursi lì. In modo che possano diventare individui fondatori di una colonia migratoria che i riproduce in Austria e sverna in Toscana.
D: Come sono stati monitorati questi uccelli?
La maggior parte degli uccelli del progetto Waldrappteam sono muniti di GPS/GSM che permette di localizzare gli uccelli regolarmente. Ma non ci si aspettava che questi quattro uccelli migrassero, perché appartengono ad una colonia sedentaria. Quindi non erano equipaggiati con dispositivi tecnici. Perciò abbiamo dovuti monitorarli attraverso le segnalazioni.
D: Quando è successo che l’Ibis è stato ucciso? E perché è accaduto?
J.F.: Non conosco i dati esatti. Il corpo è stato ritrovato dalla locale polizia forestale. Sembra che gli uccelli siano stati uccisi circa due settimane fa. Gli ornitologi ci hanno detto che in quel momento tutti e quattro gli uccelli sono scomparsi per alcuni giorni e successivamente, ne sono ricomparsi solo due. Così, con la polizia, abbiamo supposto che entrambi gli uccelli siano stati uccisi.
Non credo che sia io a dover dire perchè gli uccelli siano stati uccisi. Ma è sicuramente chiaro che è un’uccisione illegale. L’NBI è nella lista rossa della IUCN, classificato come specie altamente a rischio. E’ anche chiaro che questi uccelli non sono ‘selvaggi’, ma appartengono ad un progetto di ricerca. Ed è anche chiaro che questo non era di gran lunga il primo caso di caccia illegale sul NBI in Italia, ma è il caso con il più alto interesse pubblico.
D.: Quanti Ibis abbiamo in Europa?
J. F.:Non ci sono uccelli selvatici. Sono morti secoli fa. Nel nostro progetto Waldrappteam abbiamo circa 50 uccelli (tra cui gli uccelli che sono scomparsi questa primavera in Italia).
D.:Il progetto Waldrapp come li sta proteggendo?
J.F.:Fino ad ora è stato difficile proteggere i nostri uccelli quando sono sui voli migratori, perché non riusciamo a seguire gli uccelli e siamo dipendenti dalle segnalazioni. Abbiamo cercato di sensibilizzare l’opinione pubblica, ma questo non è sufficiente. Le perdite di uccelli ci costringono a intensificare il monitoraggio e la protezione di essi. Un passo importante sono i dispositivi GPS/GSM che permettono di localizzarli, e diventeranno sempre più lo strumento di monitoraggio importante per il futuro. Il nostro obiettivo è dotare ogni volo libero degli uccelli di questi dispositivi.
Conoscere in modo permanente la posizione degli uccelli migratori ci permette di seguire gli uccelli durante la migrazione autunnale. Questo dovrebbe accadere già il prossimo autunno. Vogliamo anche motivare la gente locale a stare con gli uccelli nei siti di sosta. Ma entreremo anche in contatto con le associazioni venatorie italiane chiedendo il loro per il supporto al fine di evitare la caccia illegale sui nostri uccelli.