I grandi pesci predatori delle acque al largo delle Hawaii ingeriscono una sorprendente quantità di plastica e altri detriti marini, secondo una nuova ricerca condotta da scienziati presso l’Università delle Hawaii a Manoa. Queste osservazioni sono le prime nel loro genere e suggeriscono che dovrebbe essere posta una maggiore attenzione al problema dei rifiuti marini nelle acque sotterranee, nonché alle potenziali implicazioni sulle reti alimentari destinati al consumo umano.
La ricerca è stata condotta su un periodo di sei anni e i ricercatori hanno studiato il contenuto dello stomaco di 595 pesci di 10 specie di predatori in mare aperto, tra cui tonni e i pesci spada pescati per fini alimentari. Sette delle 10 specie ingeriscono diversi tipi di rifiuti marini.
“Una delle specie che abbiamo esaminato è il Lampris guttatus, un pesce che viene consumato nelle Hawaii e in tutto il mondo”, ha spiegato Anela Choy autore principale lo studio, che è stato pubblicato sulla rivista scientifica Marine Ecology Progress Series.
“Un altro grande pesce, l’Alepisaurus ferox, hanno avuto una incidenza della presenza di rifiuti del 30 per cento”, ha continuato Choy. “Anche se non si tratta di una specie consumata dagli esseri umani, è un pesce molto comune nelle acque oceaniche a livello globale ed è molto spesso pescato dai pescatori intorno alle Hawaii.”
Lo studio si è basato su osservazioni raccolte durante gli studi pluriennali, il cui principale obiettivo è stato quello di descrivere le abitudini alimentari e l’ecologia trofica di grandi specie di pesci nella regione, secondo Choy e il suo co-autore Jeff Drazen, un professore associato del Noa.
Sono molti gli studi che documentano l’ingestione della plastica da parte di pesci di tagli media e piccola, ma ancora pochi gli studi sui grandi predatori marini.
I ricercatori hanno spiegato che un aspetto sorprendente della ricerca è che evidenzia che sono i pesci che vivono nelle acque profonde ad ingerire la plastica. Probabilmente questi pesci emergono in superficie proprio per ingerire i rifiuti e questo comportamento era del tutto inaspettato per i ricercatori.
Un’altra ipotesi vorrebbe che siano i detriti a raggiungere i pesci in profondità. I detriti potrebbero scendere nelle acque profonde o a causa del peso delle alghe oppure perchè condotti in basso dalle correnti marine.
Gli effetti dell’ingestione della plastica sulla salute di questi pesci predatori restano incerte. I ricercatori non sanno per quanto tempo i detriti rimangono nello stomaco dei pesci di grandi dimensioni. Molte materie plastiche contengono PCB, pesticidi organoclorurati, metalli e idrocarburi petroliferi. Inoltre non si sa ancora in che termini la plastica resti nel corpo dei pesci e quindi possa entrare nella catena alimentare finendo per essere ingerita anche dagli uomini.
Una ricerca nel Mediterraneo ha recentemente dimostrato che tracce di plastica si trovano nei muscoli degli squali elefante.