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Casablanca nella morsa del traffico è la cartina di tornasole di un Paese in movimento

Scritto da Chiara Pane il 30.09.2011
Marocco, incidente a Casablanca

Marocco, incidente a Casablanca

La viabilità urbana della città marocchina Casablanca, una vera e propria metropoli che conta ben 5,5 milioni di abitanti, è un po’ la cartina di tornasole dei cambiamenti che il Marocco dovrà affrontare per migliorare le condizioni di vita della popolazione ed avvicinarla agli standard occidentali.

Il Marocco è uno dei Paesi del Nord Africa che ha superato la primavera araba senza troppe conseguenze. La monarchia ha infatti cercato di riformare le costituzione per venire incontro alle aspirazioni democratiche del popolo. Ma oggi non ci occupiamo di democrazia, bensì del traffico di Casablanca, che con i suoi 5,5 milioni di abitanti è la città più grande del Marocco ed è anche il centro commerciale dello stato.

La città si estende per circa 323 km² , ma i collegamenti interni non sono semplici. Spostarsi da una zona ad un’altra è un’impresa ardua che i marocchini devono affrontare ogni giorno. I più sfortunati sono naturalmente le migliaia di persone che abitano in periferia e devono raggiungere le zone centrali. Il traffico delle ore di punta – la mattina dalle 07:00 alle 9:00 ed la sera dalle 18:30 alle 20:00 – è infernale. Le strade si bloccano letteralmente! I mezzi pubblici sono insufficienti e la popolazione è costretta a viaggiare in condizioni di assoluto disagio: l’assenza dell’aria condizionata acuisce i problemi. Per non parlare dei borseggiatori che si intrufolano fra la folla per rubare qualche portamonete. Il clima è sempre incandescente e basta un nonnulla per fare scoppiare la rissa. Viaggiare con bambini piccoli diventa a dir poco impossibile. Anche servirsi dei taxi non è semplice, difatti i “petit taxi”, piccole auto Fiat, possono trasportare solo tre passeggeri alla volta e spesso i conduttori preferiscono effettuare brevi tratte. Trovare un taxi che dal centro si sposti fino alla periferia richiede una buona dose di pazienza e un pizzico di fortuna. Ci sono poi i “grand taxi”, i taxi collettivi, in genere vecchi Mercedes, che seguono tragitti prestabiliti e possono trasportare fino a sei persone, ciò significa che nel sedile davanti si viaggia in due.

La situazione è aggravata dagli attuali lavori in corso per la costruzione della linea tranviaria lunga circa 30 km. I lavori iniziati nel maggio del 2009 coprono una vasta zona della città ed il risultato è il caos più totale. Strade bloccate, deviazioni e polvere ovunque. Gli abitanti lamentano la mancata previsione di un piano viario parallelo. Per di più secondo molti, la futura rete di tram non risolverà i problemi viari della città, né tanto meno servirà a far diminuire il traffico. Una professoressa universitaria definisce la futura rete tranviaria soltanto “un lusso poco utile”. I più coraggiosi asseriscono senza troppi peli sulla lingua, che in quanto grande impresa, “serve soltanto a far arricchire qualche imprenditore”. Naturalmente ci sono anche i più ottimisti, convinti che la futura rete tranviaria, che dovrà essere inaugurata il prossimo anno, servirà realmente alla popolazione di Casablanca.

La circolazione nella metropoli è inoltre osteggiata dalle malsane abitudini degli automobilisti. Gli incidenti sono all’ordine del giorno. In strada i marocchini, così come i loro vicini arabi, tunisini ed egiziani utilizzano la legge del più forte, per cui i mezzi più grandi hanno sempre la precedenza. Risulta evidente che ai pedoni non è riservata nessuna precedenza ed attraversare le strade delle grandi città come Casablanca, significa rischiare letteralmente la vita. Le statistiche dei morti e dei feriti sulle strade marocchine sono pessime, si parla di circa 4000 morti e 100.000 feriti l’anno, come riferisce maghrebinfo.actu-monde.com. A tal proposito ci sono voluti due anni per approvare un nuovo codice della strada, entrato in vigore il 1° ottobre del 2010 che ha introdotto la patente a punti, basata sul modello europeo e che prevede sanzioni più servere. Purtroppo però le cattive abitudini non si cancellano in un baleno e la strada è ancora molta da fare.

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